Propagandismo anti Draghi: la mediocrità dei tiepidi

lodi draghi mediocrità

di Massimo Lodi

Leopardi scriveva: sono scoraggiato dalla mediocrità che m’assedia e m’affoga. Altro che l’aurea mediocritas di Orazio. Altro che “…la virtù sta nella mediocrità”, secondo la certezza del Tasso. Altro che un sentimento/una condizione, la mediocrità, proprio del Dna nazionale, e “bisogna farsene una ragione”, come annotava Montanelli.

Transitata nella politica, la mediocrità assurge a vizio rovinoso. Impedisce decisioni nette, serve gl’interessi di bottega anziché l’utilità del Paese, privilegia dedizione di partito a senso dello Stato. Vieta a una nazione e a un popolo d’esser tali, li derubrica a un sofferto insieme territoriale, disarticolato, ballerino, inaffidabile.

La mediocrità segna l’attuale mood italiano nella guerra Russia-Ucraina. Pur necessitando il governo del massimo sostegno dei partiti, alcuni gliene concedono il minimo. Son sempre lì a distinguere, bizantineggiare, inveire. Lo fanno non con l’occhio al miglior modo di risolvere il conflitto esterno ai nostri confini, ma con lo sguardo ai sondaggi del gradimento interno in vista di prossime elezioni.

lodi draghi mediocrità
Massimo Lodi

Questa mediocrità assedia e rischia d’affogare Draghi. Ha nulla d’aureo, zero di virtù, e non si può farsene una ragione. Lo capiscono, fingendo di non capirlo, Conte e Salvini. Però senza volgere il banalismo razionale in conseguente lealtà. E obbligano il premier – che han collocato su quello scranno, incapaci di scegliere diversamente – a prendere misure imbarazzanti, tipo il voto di fiducia sulle concessioni balneari, causa rischio di perdita dei soldi Pnrr. Uno spillo qua, uno spillo là, giusto per punturare l’opinione pubblica, iniettarle uno zic di propaganda, informarla che Cinquestelle e Lega esistono. Nella certezza che poi le loro critiche rientreranno, e sarà di Palazzo Chigi la colpa dei provvedimenti giusti/sacrosanti non graditi a tutti.

È il “sovranismo de noantri”, la soprintendenza sul proprio particulare , l’annessione del pensiero guicciardiniano e l’adesione all’astuzia machiavellica. Il fine giustifica i mezzi, anche se trattasi d’un fine d’egoistico orizzonte e di mezzucci, sì mezzucci, dai quali bisognerebbe star lontani, e anzi li si dovrebbe aborrire. Per il semplice motivo che se oggi non ti dimostri all’altezza d’una responsabilità internazionale, domani – caso mai avessi la ventura di presiedere un esecutivo – chi ti darebbe corda e stima, fiducia e credibilità? Basta tanto poco a capire il molto, moltissimo, d’erroneo inscenato da alcuni attori del teatro politico che cercando la ribalta, finiscono dietro le quinte. Col rischio d’una deriva pagata dall’Italia intera.

Chiosa il biblista Gianfranco Ravasi: nell’Apocalisse vien condannato chi non è freddo né caldo, e invece tiepido. Il peggio del peggio. Troppo di rado ci si angustia del peccato d’omissione che invece semina attorno a sé vuoto, sovente più del male medesimo. Parafrasando il pensiero cardinalizio: ecco la differenza, l’incomprensione, l’equivoco (l’omissione appunto) nel bel mezzo d’una vicenda bellica epocale. Basterebbe limitarsi al suggerimento di Luigi Barzini junior, gloria del Corriere della Sera: essere onesti con sé stessi è la miglior forma d’amor di patria.

lodi draghi mediocrità – MALPENSA24