Quando lo “spoils system” (non) è clientelismo

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di Gian Franco Bottini

Come avviene in  tutti  i più importanti sistemi democratici, anche nel nostro Paese è in atto un passaggio istituzionale che non scalda un granchè l’opinione pubblica ma che è di massimo interesse per chi deve gestire il potere, con tutti i suoi annessi e connessi. Non esiste una  definizione italiana, perché la cosa nasce fin dagli inizi del 1800 negli Stati Uniti e nessuno sa dire se il termine “spoils system” contenga, fin dalla sua nascita, una vena ironica o sia frutto di un realismo totalmente privo d’ipocrisia. Un dubbio, questo, alimentato dalla traduzione letterale del termine (“sistema del bottino”) e dai suoi  contenuti .

Con spoils system si identifica il sistema, legalizzato, per il quale le persone al vertice dei più importanti organismi di Stato, aziende comprese, all’elezione di un nuovo governo devono “fare  i bagagli” per venire sostituiti da persone “di fiducia” dello stesso, dotate, si spera, delle indispensabili “competenze”. Secondo uno spirito medioevale ecco quindi il perché della definizione americana : al vincitore spetta tutto il” bottino”.

Una immagine, per la verità, un po’ fastidiosa ma che, chiariamolo subito, si muove su un terreno di assoluta legittimità. In Italia come altrove, tutto si basa su una legge che la Corte Costituzionale ha avallato, mettendo unicamente in risalto che la sua valenza è strettamente riferita  alle cariche “apicali” (le più importanti e a stretto contatto con gli organi politici!) e che  l’ovvio requisito della  “competenza” è indispensabile nei nominati.

Verrebbero  quindi ad essere esclusi, da questa automatica alternanza, i quadri sottostanti della burocrazia per i quali continuerebbero a valere i mitici “concorsi”, con la loro presunta immagine di  obbiettività legata al “merito”, che neanche il recente intervento “Bonus facciate” è riuscito a rendere credibile.

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Gian Franco Bottini

Noi riteniamo che lo spoils system sia un’operazione del tutto logica e necessaria (nessuno del resto vieterebbe, se godono della fiducia anche del nuovo governo, la riconferma dei dirigenti in carica!) e riteniamo altresì che una democrazia matura debba accettarlo senza molti e, più o meno sussurrati, retro pensieri.

Va da se comunque che anche in letteratura non ci si fa mancare di aggiungere un po’ di sale alla questione, quando si sottolinea  che lo spoils system, “nell’accezione più negativa, potrebbe far pensare che le forze politiche al governo distribuiscono ai propri affiliati e simpatizzanti le varie cariche istituzionali, la titolarità di uffici pubblici e posizioni di potere, come incentivo a lavorare per il partito o l’organizzazione politica, in modo da garantire gli interessi di chi li ha investiti dell’incarico.” In parole povere una  maliziosa traduzione dalla dizione inglese in un termine italiano di difficile digestione: ”clientelismo”.

Senza voler negare l’esistenza nel nostro Paese di quest’ultimo fenomeno, vorremmo però affermare che nulla esso ha a che vedere con quello di cui in questi giorni si parla. Il Governo detta le linee ma deve avere possibilità di scelta delle persone che devono garantire, ai vertici della  burocrazia , la fedele realizzare delle linee stesse.

L’unica frontiera insormontabile che non deve essere superata, se si vuol togliere dallo spoils system ogni ombra di odioso “clientelismo”, è quella di poter affermare che , in maniera cristallina, le scelte siano effettuate nell’ambito di  quello che viene definito “merit system”. Un sistema  talmente ovvio da venir troppo spesso dimenticato!

Una cosa però ha sempre infastidito l’opinione pubblica.  Quella di aver l’impressione che queste scelte “apicali” vengano sempre fatte nell’ambito dei medesimi personaggi, facenti parte di clubs ad ”iscrizione limitata”, al servizio delle diverse parti politiche, e quando la scelta è limitata o condizionata la qualità è sempre difficile da garantire. Una fastidiosa impressione che, soprattutto nel passato, ha creato verso la categoria non poche antipatie, al punto di appiopparle l’epiteto, non certo democratico, di “Boiardi di Stato”.

C’è da augurarsi che questo nostro  Governo utilizzi anche  questa fase di spoils system per dimostrare la propria maturità e quella della nostra democrazia; resistendo a quelle spinte più o meno clientelari che in un ambito politico, da anni in spasmodica attesa del suo turno “apicale”, sono da presumersi pressochè inevitabili . 

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