Reguzzoni vuole cambiare i servizi sociali: «La Lega? In giunta ha avuto il giusto»

BUSTO ARSIZIO – «La nuova giunta? Promette bene. Io ai servizi sociali per cambiare approccio, il lavoro deve essere l’obiettivo, non il sussidio». Dopo più di vent’anni Paola Reguzzoni, commissario della Lega (rimarrà in sella fino al congresso), torna a ricoprire il ruolo di assessore ai servizi sociali. «Allora era il 1998-99, con il sindaco Tosi, avevo 25-26 anni ed era la prima volta come assessore. Fu un’esperienza traumatica, forse ora riesco a gestirla meglio – sorride – qui in via Roma incontri le persone, ed è una cosa che mi piace, ma vedi anche la disperazione vera. Ci sono tanti furbi ma anche tanti che non sai come aiutare, con percorsi di vita pesanti. Si fa il meglio che possiamo. Ora i soldi ci sono, c’è da reimpostare la modalità di fare il sociale».

Come mai ha scelto di tornare ad occuparsi di servizi sociali?
«Ero più portata ad assessorati più tecnici, ma in realtà i servizi sociali sono stati la mia prima esperienza amministrativa ed è una delega su cui, soprattutto in questo periodo, c’è necessità di cambiare approccio e renderlo appunto più tecnico e meno assistenzialista. La mia idea è in continuità con una serie di interventi anche come consigliere comunale per spronare il cambiamento nella modalità di approccio ai servizi sociali. Il primo obiettivo deve essere il lavoro».

Non i sussidi?
«La dignità del lavoro. Perché tralasciando le persone truffaldine, che emergono anche dalle indagini sui percettori del reddito di cittadinanza, ce ne sono tante che hanno bisogno e che vogliono la dignità di un lavoro. E che trovano mortificante campare di sussidi. Le persone a me chiedono il lavoro, non i soldi per arrivare a fine mese. Finora è un aspetto che forse non è stato sufficientemente seguito. Abbiamo qualche idea in cantiere ma è necessario innanzitutto creare un tavolo del lavoro con le controparti economiche, industriali, artigiani e commercianti».

Pensate a degli incentivi?
«Le risorse ci sono e sono vincolate. Si tratta di fondi esclusivamente dedicati all’inserimento lavorativo dei percettori di reddito di cittadinanza. Dovevano essere veicolati dai famosi navigator, che però non sono mai partiti. In attesa che si muova qualcosa a livello nazionale la mia idea è di partire localmente, per un inserimento nelle aziende di maestranze sotto forma di apprendistato, a costo zero per gli imprenditori, per fare esperienza, magari per un anno, in vista di un inserimento definitivo. Come Comune integreremmo alla persona l’equivalente del contratto di apprendistato, e all’impresa non costerebbe nulla. Con un’esperienza alle spalle anche le persone che al termine del periodo di apprendistato non dovessero essere assunte sarebbero più facilmente ricollocabili»..

E poi c’è il problema della casa…
«Non solo alloggi popolari, ma anche per gli anziani, le famiglie numerose, il “dopo di noi”, ovvero quelle persone non totalmente autosufficienti che vengono accudite dai genitori anziani, su cui in parte ora ci dà una mano il privato sociale. Ma non è sufficiente. E poi c’è l’altro grande fronte dei minori: collocarli in comunità ha un costo sempre più alto e, se non gestito, da minori problematici ci troveremo adulti problematici da seguire per tutta la loro vita».

Tanti fronti aperti, ma passiamo alla politica. Come vede la nuova giunta?
«Siamo tutti in pre-riscaldamento, la partita vera inizierà con il bilancio preventivo a gennaio. Per ora siamo ancora alla chiusura di un percorso fatto dalla giunta precedente. Ma io penso positivo. Vedo una giunta ben bilanciata, sia nelle varie anime politiche sia nelle varie espressioni personali dei componenti, tra esperienza e freschezza, innovazione e tradizione. Promette bene».

È vero che la Lega, che ha strappato ancora tre assessori pur avendo due consiglieri in meno, ha avuto più di quello che meritava?
«No. Non penso che la nostra presenza sia sbilanciata, se guardiamo in proporzione agli altri partiti. In realtà la volta scorsa la Lega poteva prendere di più. Non è stata pesata troppo questa volta, ma troppo poco la volta scorsa. Tanto che, una volta finito il brutto periodo interno tutto nostro, siamo stati compensati con le tre partecipate, perché i tre assessori rispetto ai sei consiglieri erano pochi».

E i rapporti con il sindaco?
«Buoni, di collaborazione e rispetto. Spero di essere un buon assessore per lui quanto lui un buon sindaco per me».

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