Una telefonata per le mascherine del Lodigiano: il gol più bello di Riccardo Ferri

 

di MARIO RAIMONDI

LODI – Il periodo più nero sembra ormai alle spalle. In questi mesi diffici Riccardo Ferri e suo figlio Marco, social influencer ed ex concorrente dell’Isola dei famosi, hanno vinto un’altra partita. “Una delle vittorie più belle, perchè fare qualcosa per gli altri ti fa sentire utile” – spiega l’ex colonna della Nazionale e dell’Inter.

Riccardo Ferri ha trascorso i giorni del lockdown nella sua abitazione di Lodi, non molto distante dalla “Zona rossa” di Codogno, dove lo scorso febbraio è stato diagnosticato il primo caso ufficiale in Italia di positività al Covid 19

“Ho vissuto momenti difficili, come altri cittadini lombardi. Ci sono state anche delle coincidenze un po’ particolari. Pochi giorni prima di quel giorno di febbraio abbiamo organizzato una cena con amici residenti in paesi di quella che è stata identificata come la prima zona rossa di Codogno. Purtroppo qualcuno è finito in Ospedale e qualcun altro ha avuto seri problemi. Per quanto mi riguarda mi sono attenuto strettamente alle regole e mi sono rinchiuso in casa, a Lodi. Per noi sportivi, abituati ai ritiri e a una disciplina di un certo tipo, non ci sono state eccessive difficoltà di adattamento. In ogni caso non abbiamo passato momenti positivi, come tutti”.

Cosa ricordi di quel periodo di fine febbraio?

“Si sentivano i suoni delle sirene delle ambulanze dalla mattina alla sera. In casa mi sentivo un po’ come un’anima in pena: avrei voluto fare qualcosa per chi aveva bisogno. Ho cercato di rendermi utile chiedendo agli anziani del mio quartiere se avessero eventuali necessità. Poi parlando con amici medici e conoscenti dell’Ospedale di Lodi ho maturato l’idea di poter coinvolgere anche qualcuno del mondo del calcio. Ho fatto una telefonata al dottor Marotta e tramite il presidente dell’Inter Zhang c’è stata la possibilità di reperire 26.000 mascherine da poter canalizzare nel lodigiano e 65.000 mascherine per la zona di Bergamo. Poi con mio figlio Marco, che ha molti followers, abbiamo realizzato un video da diffondere sui social per raccogliere fondi a favore dell’Istituto Tumori di Milano. Abbiamo cercato di dare un contributo in un momento difficile per tutti. Sono contento di aver fatto qualcosa per qualcun altro: ho provato una grande soddisfazione”.

Un periodo che lascerà il segno?

“Indubbiamente cambierà il nostro modo di interpretare alcuni aspetti della vita. Ovviamente sarà ricordato come un periodo di dolore e sofferenza. Da questa situazione però, specialmente per gli sportivi, si può isolare anche qualche insegnamento. Non c’è niente di scontato e bisogna imparare ad apprezzare le cose con una visione diversa. Questo periodo ci ha insegnato che bisogna saper rispettare le regole e sapresi adattare anche a situazioni imprevedibili. Un po’ come, con le debite proporzioni, succede in alcuni momenti dell’attività sportiva”.

Cosa hai fatto in questi giorni?

“Ho pensato soprattutto a come rendermi utile mettendomi a disposizione dei più bisognosi, in particolare degli anziani. Non me la sono sentita di parlare di calcio, la mente era focalizzata su altro. Mi piacerebbe organizzare una chat con giovani calciatori per fare delle riflessioni e trarre qualche insegnamento su quello che ci ha lasciato questo periodo. Nei momenti liberi ho avuto la possibilità di riordinare qualche vecchio ricordo e la mia libreria. Ho ritrovato volumi relativi ad alcune manifestazioni sportive alle quali ho partecipato come le Olimpiadi del 1984 a Los Angeles, gli Europei del 1988 in Germania ed i Mondiali del 90 in Italia. Ho ritrovato anche tutti gli album delle raccolte delle figurine che vanno dal 1981 al 1996: gli anni in cui si è sviluppata tutta la mia carriera tra Inter e Sampdoria. Ma i ricordi più belli sono quelli relativi ai miei figli: ho ritrovato vecchie foto e oggetti ai quali sono particolarmente affezionato”.

E il futuro cosa ci riserverà?

“Molti di noi saranno chiamati a ricostruire una parte della loro vita e delle loro attività. Tutti dovremo darci una mano: penso che in questo periodo ci sia stata molta più solidarietà tra le persone. Dovremo aiutarci a vicenda per far si che la ripresa sia un momento di rilancio per tante persone in difficoltà. Un po’ come per la nostra Nazionale di calcio che nei momenti di difficoltà ha sempre trovato la forza di reagire in modo straordinario, trovando risorse inaspettate”.

Riccardo Ferri Coronavirus-MALPENSA24