Il crollo di un muro e le responsabilità dei Comuni

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Egregio direttore,

prendo spunto da due articoli pubblicati su Malpensa24 che riguardano lo sfogo di un imprenditore di Lonate Pozzolo che denuncia l’inefficienza dei Comuni e, l’altro articolo, il crollo di un muro di cinta, sabato sera a Cardano al Campo, a causa di un violento temporale.

All’apparenza sembrano due questioni diverse tra loro. Ma soltanto all’apparenza perché l’inefficienza delle pubbliche amministrazioni, non soltanto in piena emergenza sanitaria, tocca direttamente il problema delle manutenzioni e delle difficoltà di attuarle da parte dei privati. Non so dire se il muro in questione sia di competenza pubblica o di un privato, resta il fatto che è bastato un agente climatico per determinarne il crollo. Ciò a dire che in qualche modo è mancata la manutenzione, inadempienza non sempre dovuta alla cattiva volontà di chi è chiamato a intervenire. Parlo di persone comuni, costrette a rapportarsi con una burocrazia assurda, che provoca la stessa inefficienza di cui parla l’imprenditore di cui sopra nella sua intervista al vostro on-line.

Ci si trova sempre a rapportarsi con funzionari che vanno a cavillare per un nonnulla, che sembra debbano affermare il loro potere con l’alibi delle norme, peraltro farraginose e spesso contraddittorie, nei confronti dei cittadini anche per situazioni minime come per le urgenze dettate appunto dalla necessità di fare manutenzione. Il risultato sono sanzioni, lungaggini e complicazioni anche per coloro che cercano di migliorare le loro proprietà con uno sguardo all’interesse collettivo. E quando il privato non interviene, lascia andare, è allo stesso modo sanzionato. Insomma, come un gatto che si morde la coda.

Per non dire delle manutenzioni di cui è invece competente la parte pubblica. Sarà un caso che il rischio idrogeologico è molto diffuso nel nostro Paese, per dirne una. Cioè, l’incuria pubblica è dappertutto. Ma lì nessuno punisce i Comuni che fingono di non vedere per non intervenire. Sono senza soldi? Mi domando dove vanno a finire le tasse che paghiamo ogni anno, imprenditori e dipendenti.

Ora mi si accuserà di essere il solito qualunquista. Ma non è così, perché la realtà è sotto gli occhi di tutti, a cominciare dall’azione penalizzante di alcuni burocrati che, con eccessi di zelo fuori dal contesto, sono anch’essi la causa del disagio sociale ed economico a cui andiamo incontro. Un disagio che il coronavirus ha soltanto accentuato perché esisteva fin da prima.

Domenico Butti
Busto Arsizio

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