Ritorna Maroni. Nominato dal ministro Lamorgese alla Consulta anti-caporalato

ROMA – È l’ex ministro leghista Roberto Maroni il nuovo presidente della Consulta sul caporalato: lo ha nominato il ministro dell’interno Luciana Lamorgese. Proprio colei che da tempo è nel mirino del leader del Carroccio Matteo Salvini: l’ha attaccata anche lunedì, nel commentare l’esito elettorale negativo per il centrodestra, perdente anche a Varese nonostante le molteplici presenze del segretario federale in città. Una nomina che provocherà imbarazzi in Lega. «Per me è un grande onore – le prime parole di Maroni all’insediamento dell’organismo al Viminale – un impegno che voglio portare avanti con vigore ed energia».

Il feeling Maroni-Lamorgese

L’ex ministro varesino vanta un antico rapporto di stima e collaborazione con il ministro Lamorgese, che aveva iniziato la sua carriera in Prefettura a Varese e che era stata Prefetto di Milano quando Maroni era governatore della Lombardia, tra il 2017 e il 2018. Per Maroni è un clamoroso rientro sulla scena nazionale: dopo aver rinunciato al secondo mandato a Palazzo Lombardia, si era ritirato dalla corsa a sindaco di Varese ai primi di giugno, per motivi di salute: il suo rimpiazzo come candidato sindaco del centrodestra, il deputato della Lega Matteo Bianchi, è stato sconfitto dal sindaco uscente della Città Giardino Davide Galimberti solo due giorni fa (lunedì 18 ottobre) al ballottaggio.

L’organismo

La Consulta per l’attuazione del protocollo d’intesa per la prevenzione e il contrasto dello sfruttamento lavorativo in agricoltura e del caporalato si è insediato oggi, 20 ottobre, alle 15 al Viminale, alla presenza del ministro dell’interno Luciana Lamorgese, del ministro del lavoro e delle politiche sociali Andrea Orlando, del ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli e del presidente del Consiglio nazionale di Anci Enzo Bianco. La Consulta avrà il compito di dare impulso alle iniziative contro il caporalato previste, prevalentemente a livello locale, nell’ambito del Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura.

Le parole di Maroni

Maroni alla recente assemblea di Univa a Malpensa

«Per me è un grande onore assumere la presidenza della Consulta contro lo sfruttamento lavorativo in agricoltura e il caporalato – le prime parole di Roberto Maroni, già titolare del Viminale per due volte nei governi del premier Silvio Berlusconi – un onore e un impegno che voglio portare avanti con vigore e con tutta l’energia necessaria a dare attuazione al protocollo d’intesa, al piano triennale e alla Costituzione, che all’articolo 1 riconosce il diritto al lavoro regolare come principio fondamentale di ogni individuo». Per Maroni è un prestigioso ritorno in pista, dopo la rinuncia alla candidatura a sindaco di Varese, per motivi di salute: «C’è molto da fare – ha dichiarato l’ex ministro varesino – gli sfruttatori sono sempre in agguato: condivido la strategia del protocollo che prevede iniziative molto concrete, come la mappatura del territorio nazionale finalizzata a definire i fabbisogni dei Comuni e la conseguente programmazione e realizzazione degli interventi di prevenzione di ogni forma di sfruttamento».

Il “grazie” di Lamorgese

«Ringrazio di cuore Maroni che ha accolto la nostra richiesta di presiedere la Consulta, affinché ci sia un contrasto e un’azione più forte per evitare episodi che abbiamo visto al Sud» il commento della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese. «Il presidente Maroni ha dato il grande onore di accogliere la nostra richiesta. In virtù della sua grande esperienza come ministro dell’interno e del lavoro ci potrà aiutare in un virtuoso raccordo tra amministrazioni nazionali e del territorio».

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