Roberto Dupplicato: “Nessuno vuol assumersi la responsabilità di dire finiamola qui”

 

Campionato sempre più appeso a un filo. Speranze ridotte: chi nutre ancora fiducia nella ripresa guarda con attenzione la possibile partenza della Bundesliga, vera cartina di tornasole. Ne abbiamo parlato con Roberto Dupplicato, giornalista Mediaset.

Giusto tentare di ripartire?

La situazione va analizzata per quella che è non per quello che si vorrebbe. Tuti vorremmo tornare a giocare. Nessuno però nel mondo del calcio vuole prendersi la responsabilità di dire finiamola qui. La Lega che si dichiara unita, fino a ieri, non ha inviato ancora alcuna lettera ufficiale in cui si chiede quando iniziano gli allenamenti. Nessun atto formale. Ci sono presidenti a cui conviene chiudere prima

Il Ministro Spadafora nel mirino…

Se ci dovesse essere uno scoppio di contagi tutti indicherebbero la politica come responsabile nell’aver mandato i calciatori al macello. Si può pensare che la decisione potrebbe essere rimandata più avanti magari attorno al 20 maggio. In caso del ritorno di contagio tutta l’opinione pubblica sarebbe favorevole allo stop.

Il caso tedesco ci mette al muro?

La Bundes mette gli altri spalle al muro. Se tornano a giocare, anche gli altri devono trovare un modo per tornare a giocare. Ciò, altrimenti, favorirebbe anche in sede di mercato le squadre tedesche perché potrebbero effettuare trattative con le tasche piene anche dell’ultima tranche di diritti televisivi. I soldi che non avremmo noi e le altre leghe europee. Se la Germania torna a giocare anche gli altri devono rispondere. Pensiamo ad esempio anche alla diffusione che le partite tedesche potrebbero avere adesso senza concorrenza e con la voglia di calcio che c’è ovunque. Bisogna anche dire che la Germania ha una situazione sanitaria meno penalizzante rispetto a noi.

Lei cosa farebbe?

Aspetterei ancora e vedrei se la Germania riparte. Allora a quel punto bisogna trovare una soluzione che porti a finire il nostro campionato. Se non riparte si può anche pensare successivamente a un Piano B e quindi a un tavolo tra politica, TV e società per evitare che il calcio professionistico salti per aria.

Tra Spadafora e Gravina chi ha ragione?

Ci sono giochi di ruolo, ma non c’è una vera contrapposizione. Gravina non si può prendere questa responsabilità. Spadafora se la prenderà come Governo più avanti nel caso in cui il contagio tornasse a crescere.

Il Protocollo è credibile?

Il protocollo è il primo protocollo a essere programmato. Devono dare una linea guida. Oggi è quello che è e si deve aggiornare sulla base della realtà quotidiana.

È paragonabile la condizione dei giocatori a quella degli altri lavoratori?

Secondo me no. Un lavoratore può contare su tutte le precauzioni del caso, la distanza in ufficio, le mascherine, i guanti. In campo è oggettivo che sarebbero più esposti di altri. Sono esposti gli sportivi di gruppo. Il contatto è essenza del gioco stesso. In un ufficio puoi areare gli ambienti, avere misure di sicurezza che pure al cento per cento non proteggono dal contagio. In uno sport di contatto è impossibile.

Roberto Dupplicato Campionato-MALPENSA24