Le Rsu di Accam accusano: «Situazione delicata per colpa dei sindaci indecisi»

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BUSTO ARSIZIO – Se Accam è un problema complesso e ancor oggi irrisolto la colpa è dei sindaci. Le Rsu di Accam lo dicono senza troppi giri di parole in una nota ufficiale: «I consigli di amministrazione che si sono succeduti hanno sempre recepito ed eseguito le indicazioni e il mandato attribuito loro dall’assemblea dei soci. Appare evidente come siano state le indecisioni e i continui cambi di rotta impressi dai sindaci a portare la società nella situazione delicata in cui versa attualmente». Aggiungendo che «la vicenda Accam è chiaramente un gioco politico. Come parti sindacali e sociali, non siamo disposti a immolare lavoratori e cittadini del nostro territorio».

La nota stampa parte soft. Le Rsu, infatti, chiedono «all’assemblea dei soci di Accam di valutare un piano industriale-ponte a medio termine per superare questo sbarramento imposto politicamente, che si pone come base per la scelta e lo sviluppo di un progetto, tra i molti presentati, che garantisca la continuità aziendale della società, la tutela dei lavoratori e l’autosufficienza nella gestione dello smaltimento dei rifiuti».

E dopo aver messo sul tavolo tutta una serie di preoccupazione accellera: «Ci rendiamo ben conto quindi che la vicenda Accam è chiaramente un gioco politico per il quale, come parti sindacali e sociali, non siamo disposti a immolare lavoratori e cittadini del nostro territorio, che sono letteralmente catapultati in una bagarre strumentalizzata per il controllo dei voti. In questi giorni vengono continuamente diffuse dichiarazioni politiche di sfida con al centro la questione Accam».

Per poi arrivare all’affondo e puntare il dito proprio contro i sindaci soci: «Siamo convinti che le vere responsabilità di questa situazione vadano cercate innanzitutto nel continuo, e ormai annoso, rinvio delle decisioni da prendere per il futuro della società da parte dei sindaci dei Comuni soci. I consigli di amministrazione che si sono succeduti hanno sempre recepito ed eseguito le indicazioni e il mandato attribuito loro dall’Assemblea dei Soci; appare evidente come siano state le indecisioni e i continui cambi di rotta impressi dai sindaci a portare la società nella situazione delicata in cui versa attualmente».

Infine i sindacati mettono in chiaro le loro intenzioni di voler continuare a «tutelare i diritti e i doveri di chi lavora. Non possiamo certamente accettare questa mancanza di responsabilità nel prendere decisioni di vitale importanza per le politiche imprenditoriali, ambientali e sociali e del nostro territorio, ben nascosta dietro ad un eccesso di burocrazia per quanto concerne la gestione delle attività delle società partecipate pubbliche. Come Rsu non possiamo che auspicare che chi dovrà decidere sulle sorti di Accam compia la sua scelta in scienza e coscienza, pensando anche alle conseguenze dirette ed immediate che questa potrà comportare in termini di impatto ambientale, di gestione dei rifiuti, economici e occupazionali. Quindi deve essere coscientemente previsto un piano per il collocamento immediato dei dipendenti, che ad oggi, chiusa la società, non hanno alcuna tutela occupazionale e per l’emergenza riguardante la gestione dei rifiuti stante la difficoltà nel trovare impianti di trattamento dei rifiuti».

 

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