A Sumirago il rubinotto «perde acqua e soldi»

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SUMIRAGO – Sempre rotto, preda dei vandali, «e con un’acqua di pessima qualità». A Sumirago torna sotto i riflettori il rubinotto e il suo funzionamento. Sarà infatti oggetto dell’interrogazione sui suoi costi e benefici che verrà presentata da Insieme Per Cambiare Sumirago e dalla Lega, i due gruppi d’opposizione, nel prossimo consiglio comunale, alle 18.30 di martedì 18 dicembre a Villa Molino. La casa dell’acqua, sin dalla sua inaugurazione, è stata accompagnata da polemiche, riguardanti sia l’efficienza che l’aspetto estetico.

«Una scelta azzardata dal punto di vista imprenditoriale»

Nel prossimo consiglio comunale sarà chiesto all’amministrazione di rispondere in merito alla gestione del rubinotto, e in particolare riguardo ai soldi investiti nell’acquisto, i costi di manutenzione e i reali ricavi generati. Marilena Cunati, capogruppo della Lega, ha commentato: «Il rubinotto è costato 75mila euro quando altri Comuni ne hanno preso uno con un comodato d’uso di soli 4-5mila. È vero che ha subito degli atti vandalici, ma è comunque sempre rotto e non ha portato vantaggi. L’acqua è di pessima qualità, già dopo che è passato un giorno diventa imbevibile. E c’è pochissima che gente lo usa, la maggior parte delle tessere sono rimaste invendute. Senza contare che quelli di Quinzano non vengono a servirsene, preferiscono andare a Besnate o Jerago». E ha aggiunto: «Per questo servizio un Comune in dissesto finanziario ha impiegato una grossa somma, quando altri invece hanno scelto una spesa di molto inferiore. Ora la domanda è: in quanto tempo sarà ammortizzata? Allora non venite a dire di essere senza soldi, perché c’erano delle cose molto più importanti da fare». Si è associato Luca Bidoglio, capogruppo di Insieme per Cambiare Sumirago e promotore dell’interrogazione: «Il dubbio è che non solo sia poco remunerativo, ma addirittura in perdita. Penso che quella di aver acquistato direttamente il rubinotto e non averlo preso in comodato come tutti gli altri Comuni sia stata una scelta azzardata dal punto di vista imprenditoriale. È stato sostenuto un costo pesante, che comprende anche la manutenzione periodica. Martedì vedremo i numeri, io ho i miei forti dubbi. Ogni volta si piange che non ci sono soldi, ma in realtà ci sono solo per quello che si vuole».

Il Comune decise di gestire in proprio il servizio

La casetta dell’acqua fu installata a luglio 2013, per attingere da essa è necessaria la tessera prepagata che si può acquistare in municipio o in alcuni negozi delle frazioni. La previsione del piano finanziario, dopo un investimento totale pari a 75mila euro, di cui dodici finanziati dalla Provincia, era di un incasso mensile di milleseicento euro. Sarebbe stato uguale alla rata del leasing spalmata in quarantotto soluzioni. Da qui l’idea che non si sarebbe speso nulla, perché in quattro anni si sarebbe rientrati nell’investimento e dal quinto avrebbe cominciato ad andare in attivo, stime che convinsero il Comune a non privatizzare il servizio, ma a gestirlo in proprio. Dopo quattro mesi, essendo stato criticato anche l’aspetto estetico del distributore, l’amministrazione decise di colorarne le pareti con i disegni dei bambini della scuola elementare. Inoltre risultò sotto le aspettative l’utilizzo da parte dei sumiraghesi, con un’erogazione di 42mila litri per un totale di tremila e duecento euro. L’esecutivo rispose che avevano influito i problemi tecnici prima che entrasse pienamente a regime e l’agosto di mezzo.

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