Sala e Librandi al lavoro per formare il nuovo polo riformista con “L’Italia c’è”

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Gianfranco Librandi e Giuseppe Sala

La nuova formazione politica de “L’Italia c’è” non è una novità in provincia di Varese. Fondata da Gianfranco Librandi, l’industriale di Saronno e deputato a Montecitorio sinora vicino a Matteo Renzi, annovera tra gli altri l’ex sindaco di Busto Arsizio, Gigi Farioli. Ma adesso, dopo che Domani e La Repubblica ne hanno dato conto sulle loro pagine, il nuovo partito riceve l’investitura nazionale. Anche perché, sullo sfondo, fa capolino Giuseppe Sala, il primo cittadino di Milano che, secondo i soliti ben informati, sarebbe pronto a guidare un costituendo polo riformista che, addirittura, punterebbe a coinvolgere Mara Carfagna e Luigi Di Maio.

 Il quotidiano diretto da Stefano Feltri cita sondaggi ritenuti riservati che accrediterebbero al nuovo gruppo un ottimo dieci per cento di consensi alle elezioni. Possibile? Per il momento si tratterebbe di un’associazione composta da politici e attivisti, in special modo di Italia Viva ed ex di + Europa. Sempre secondo quanto scrive Domani, Librandi, che sarebbe il finanziatore dell’operazione, avrebbe consultato due società di sondaggi per un’indagine tra gli elettori. I risultati riguarderebbero un apprezzamento per l’agenda Draghi e “la ritrovata centralità nello scacchiere internazionale”.

A fronte di tutto ciò, che non prevede il coinvolgimento di Carlo Calenda (“Non vuole aggregare, gioca da solo per far perdere gli altri e così favorisce Giorgia Meloni”), si muoverebbe Sala. Il suo tentativo, sempre secondo indiscrezioni giornalistiche, è di costituire una rete per dar vita a un movimento che Domani definisce “una cosa politica” nuova. Quel che pare certo è il rapporto diretto tra il sindaco di Milano e Librandi, pronti a muoversi di concerto per formare un’aggregazione capace di sparigliare al centro.

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