Cerro, operaio della discarica: «Morso da biacco». Ma del serpente non c’è traccia

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CERRO MAGGIORE – «Venite, mi ha morso un serpente». La singolare richiesta di aiuto è partita questa mattina, sabato 18 giugno, dall’operatore della piattaforma ecologica del Comune di Cerro Maggiore. Rimbalzata fino alla Giunta, sindaco compreso, ha provocato l’intervento sul posto di un’ambulanza della Croce Rossa di Busto Arsizio e della Polizia locale. L’uomo, che ha 58 anni ed è dipendente di una cooperativa che lavora per la ditta appaltatrice del lo servizio, ha raccontato che poco dopo le ore 10.00, mentre stava mettendo a posto la plastica vicina al contenitore riservato ad essa, è stato morso alla mano da un biacco, un rettile diffuso nelle nostre campagne (come quello nella foto in alto) e che può raggiungere anche discrete dimensioni, ma innocuo. Ha detto di sentire un formicolio alla mano e che l’arto gli si era gonfiato: è stato medicato sul posto dai sanitari, ma ha rifiutato categoricamente di essere portato in ospedale.

Infruttuose le verifiche della Polizia locale

L’episodio è stato segnalato al Niguarda di Milano, che nel pomeriggio ha sollecitato l’uomo a presentarsi per verificare eventuali conseguenze sulla sua salute: anche se non si tratta di un serpente velenoso, hanno spiegato i sanitari milanesi, il biacco potrebbe aver morso prima altri animali e causare quindi un’infezione. Anche in questo caso, però, non c’è stato verso di convincere l’operatore dell’impianto comunale di viale dei Cerri a recarsi o farsi accompagnare in ospedale.

La ricostruzione dell’accaduto ha lasciato più di un dubbio, a cominciare dal fatto che l’operatore era al lavoro con i guanti e soprattutto che del serpente, nonostante le verifiche degli agenti della Polizia locale, non si è trovata traccia. Col trascorrere delle ore, sono state ben 3 le pattuglie che si sono succedute di turno nel verificare le condizioni dell’uomo e soprattutto se voleva essere accompagnato in ospedale. In ogni caso, questi ha aggiornato a cadenza regolare il medico del Niguarda sulle proprie condizioni, dicendo che in caso di peggioramento si sarebbe prontamente recato in ospedale.

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