Covid a Samarate, le opposizioni: «Non ci sono servizi di assistenza per i più fragili»

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SAMARATE – Cosa si potrebbe fare, davvero, per agevolare la campagna vaccinale anti-Covid a Samarate e dare effettivo supporto ai cittadini? Se lo domandano le minoranze di Progetto Democratico e Samarate Città Viva. E proprio nel momento in cui il sindaco Enrico Puricelli «si appella ad Ats per una vaccinazione di massa, che è stata prontamente bocciata». Ma aldilà dei dubbi e delle richieste, la questione è ben più pratica. «Riteniamo che si potrebbero mettere in campo diverse azioni virtuose, per dare ai samaratesi i servizi necessari in questo drammatico momento storico».

Ok gli altri Comuni. E Samarate?

Senza grandi giri, «basta guardare poco lontano da noi per accorgersi che, in altri Comuni, le amministrazioni si sono attivate per organizzare tavoli di lavoro con i medici di base del territorio, con il personale sanitario in pensione e con la protezione civile», spiegano. E con lo scopo, ormai noto, di «permettere le vaccinazioni a domicilio per gli anziani e i pazienti fragili che ancora oggi risultano i più penalizzati». I riferimenti vanno a Besnate, Sumirago, Azzate, Buguggiate, Malnate e Golasecca, «che hanno attivato questo servizio». O Gallarate, che oltre alle vaccinazioni in casa, «svolge attività di accompagnamento anziani al centro di Malpensa Fiere». E ancora: Busto Arsizio e Vanzaghello, inoltre, «offrono un servizio telefonico di assistenza». Poi c’è Samarate, dove «non rileviamo siano attivi servizi di assistenza alle persone più fragili e positive al Covid, che vivono sole e necessitano un monitoraggio quotidiano».

Più servizi con i volontari

Sono tutte attività che, secondo le opposizioni, «si potevano e, volendo, si possono ancora organizzare, coinvolgendo la cooperativa di assistenza domiciliare già operativa sul territorio». Di fatto, le comunicazioni giornaliere – «che rimbalzano sui social» – sui contagi, o quelle che arrivano da Regione Lombardia o Ats, non bastano: «Non c’è alcun supporto di telefonico che possa dare risposte o informazioni a chi non è avvezzo alla tecnologia». Da qui l’ipotesi di «mettere in campo diverse azioni virtuose», visto che in città «esiste un discreto numero di volontari che, coordinati dall’amministrazione, sarebbero certamente in grado di offrire servizi simili a quelli organizzati negli altri Comuni». Queste le istanze che le minoranze porteranno «nelle sedi opportune, affinché l’amministrazione le possa accogliere».

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