Sea: «La terza pista di Malpensa prima o poi si farà»

terza pista malpensa

MALPENSA – Non subito e nemmeno in un arco temporale di dieci anni. Ma prima o poi a Malpensa «la terza pista bisognerà farla». Lo ha detto ieri, senza troppo girarci attorno, il direttore delle Relazioni Esterne di Sea, Claudio Del Bianco, ospite della Commissione Malpensa del Comune di Gallarate.

L’aumento del traffico aereo

Il portavoce della società di gestione degli scali milanesi ha ricordato che la terza pista è stata stralciata dalla nuova bozza di Masterplan, ovvero il Piano industriale di Malpensa fino al 2030. Ma i piani di sviluppo dell’aeroporto, in linea con l’aumento previsto del traffico aereo nel mondo, renderanno prima o poi necessario intervenire anche in piazzale, per gestire i movimenti oggi spalmati soltanto sue due direttrici parallele, le piste 35 Right e 35 Left. Perché quest’anno Malpensa chiuderà con il record storico di 24,7 milioni di passeggeri e il numero è destinato a crescere nei prossimi anni.

Il Masterplan senza terza pista

Torna così d’attualità la terza pista, il simbolo delle battaglie ambientaliste degli ultimi quindici, inserita nel Masterplan del 2011 poi ritirato prima di un’assai probabile bocciatura al Ministero dell’Ambiente. Ora il Nuovo Masterplan è completamente diverso, ma soprattutto nettamente ridimensionato. Case Nuove non viene più inglobata all’interno del sedime ma resta ai sommesi e la terza pista viene accantonata, almeno fino al 2030. Rimangono soltanto una serie di vincoli per non pregiudicarne la realizzazione futura, se e quando le condizioni la riterranno indispensabile. Anche l’ampliamento del sedime a sud viene ridotto a un settimo, passando dai 433 ettari di sei anni fa (dieci volte la superficie della Città del Vaticano) a 60, più 30 di riserva. A grandi linee, dunque, Sea punta a raddoppiare la Cargo city esistente, rendendo necessaria una deviazione dell’ultimo tratto della Sp 14. Secondo il gestore aeroportuale, gli attuali 24 milioni di passeggeri all’anno diventeranno 28 nel 2025 e 32,5 nel 2030. Il cargo è destinato addirittura a raddoppiare: oggi da Malpensa transitano 550mila tonnellate di merci all’anno,  diventeranno 660 nel 2020, 820 nel 2025 fino a raggiungere il milione nel 2030.

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Ma c’è chi la vuole

Se Sea ha dunque tolto (soltanto per ora) la terza pista dai piani di sviluppo, c’è invece chi la vorrebbe subito. Lo disse chiaramente già un anno fa, al momento della presentazione del Nuovo Masterplan, il sindaco di Arsago Seprio Claudio Montagnoli:  «Con 30 milioni di passeggeri e un milione di tonnellate di merci saremo noi a chiedere non soltanto la terza pista, ma anche la quarta e la quinta. Perché qui vuol dire morire. Ma ve lo ricordate com’era nel 2000? Ad Arsago non si viveva più, così come a Somma e Casorate. Stavolta non è una questione di campanile, è un problema generalizzato a tutti i Comuni a nord di Malpensa che saranno fortemente penalizzati. Altro che delocalizzare Case Nuove, qui dobbiamo scappare tutti. Facciamo bene i conti e tuteliamo la gente che vive sotto le rotte». A preoccupare il sindaco arsaghese anche l’aumento delle merci: «Il raddoppio del cargo non può passare sotto silenzio. Viaggeranno di notte o di giorno? Con quali aeromobili? E il traffico su strada per movimentare le merci in transito dalla Cargo city? No, che siano 60 o 200 ettari, non è l’ampliamento dell’aeroporto il problema. Il problema sono gli aerei».

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