Laghi lombardi, rischio siccità. Legambiente: «Dati preoccupanti»

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MILANO – Invasi a secco, neve solo in alta quota e niente pioggia. Dai laghi lombardi emergono dati preoccupanti che oggi, martedì 12 marzo, sono stati diffusi da Legambiente. Riguardo al rischio siccità, l’associazione ambientalista ha chiesto una riprogrammazione dell’agricoltura lombarda: «Deve mettere in conto il cambiamento climatico, prima che sia troppo tardi». E ha annunciato la sua partecipazione alla manifestazione del Global Strike for Future di venerdì 15 marzo.

Prove generali di cambiamento climatico

La primavera inizia in un clima di profonda incertezza per l’agricoltura padana: le riserve di acqua liquida sono quasi esaurite, e anche il soccorso della fusione delle nevi non promette miracoli. Sulle Alpi, infatti, la neve c’è, ma solo alle alte quote, poiché sotto i 1500 metri il caldo mese di febbraio ha già anticipato il disgelo. Sono prove generali di cambiamento climatico, quelle che ormai si ripetono sempre più di frequente a ogni avvio dell’annata agraria nella pianura lombarda, fortemente dipendente dalle disponibilità di acqua per poter programmare semine e raccolti. A preoccupare è il volume dei laghi lombardi, la grande riserva idrica, storicamente regolata, artefice delle possibilità di alimentare la rete dei canali irrigui.

Dati allarmanti

I dati a oggi sono allarmanti, soprattutto per i laghi di Como e d’Iseo, dove si è già accesa la spia della riserva, poiché dall’inizio dell’anno gli afflussi dai tributari registrano un forte deficit. Al Verbano, da inizio anno, sono mancati 174 milioni di metri cubi di afflusso (-20% rispetto alla media del periodo), sul Lario l’ammanco è di 95 (-21%), sul Sebino di 59 (-28%), mentre per il Benaco il dato è ancora più grave, perché ne mancano 131 (-51%).
Fortunatamente, però, il lago di Garda beneficia di una grande scorta idrica accumulata l’anno scorso e quindi, nonostante la grave carenza di afflussi nei mesi scorsi, i livelli idrici restano decisamente alti.
Per i primi tre bacini regolati, l’acqua effettivamente disponibile come serbatoio per finalità irrigue, rispetto alla capacità, è al 32% della capacità massima per il Verbano, al 10% per il Lario, al 15% per il Sebino, mentre non preoccupa per ora la situazione del Benaco, pieno al 90%. Complessivamente i Laghi Maggiore, di Como e d’Iseo stanno stoccando 170 milioni di metri cubi d’acqua, su una capacità d’invaso di ben 760 complessivi.
I laghi a secco in questa fase stanno cercando di limitare le perdite, riducendo i rilasci agli sbarramenti sugli emissari, ma nonostante ciò le tendenze restano negative e i livelli continuano ad abbassarsi, anche perché non sono previste, almeno per questa settimana, precipitazioni importanti. Neanche dagli invasi idroelettrici d’alta quota ci si può aspettare molto: nel bacino montano dell’Adda, ad esempio, i depositi idroelettrici sono vuoti all’80%.

Manifestazioni locali di un problema globale

«Ormai nella programmazione agricola della Pianura Padana occorre mettere in conto il cambiamento climatico. Per il futuro non si può continuare a pensare a un’agricoltura intensiva e specializzata su due sole colture, il mais e il riso, entrambe a elevatissimo fabbisogno irriguo. Bisogna iniziare a riprogrammare l’agricoltura lombarda per aumentarne la resilienza, diversificando le colture, migliorando la risposta del suolo agli stress idrici, aumentando le rotazioni e introducendo investimenti importanti per ridurre il fabbisogno delle colture», ha commentato Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia.
Occorre smettere di pensare che il cambiamento climatico sia un problema globale e quindi lontano dai territori perché, al contrario, le sue manifestazioni sono molto locali: la sfida per ridurre le emissioni climalteranti parte dalle comunità e dalle istituzioni di livello regionale. Per questo è importante il segnale che verrà dalle piazze lombarde mobilitate per le manifestazioni del Global Strike for Future, in programma venerdì 15 marzo.

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