Sicurezza, Magentino e Abbiatense puntano a un “112” come le grandi città

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MAGENTA – Si sono svolti ieri, giovedì 20 aprile, nella sala consiliare del Comune di Magenta la commissione valutativa e il tavolo tecnico del Patto locale per la sicurezza urbana di Magentino, Abbiatense e Asse Ss11 (nella foto). Alla riunione erano presenti gli amministratori e i comandanti dei Comuni che aderiscono al Patto, in tutto 23 per un territorio di 278 chilometri quadrati, 360.000 abitanti e un totale di 200 operatori di Polizia Locale fra comandanti, responsabili di servizio, ufficiali e agenti. Obiettivi della riunione: la sottoscrizione dell’atto di rinnovo del Patto Locale approvato dagli Enti nel 2022 e la valutazione di iniziative in programma e prospettive di rilancio.

Tenti: «Aggiornare norme vecchie di 40 anni»

«È stato un incontro di confronto e condivisione per rilanciare e potenziare il Patto locale – spiega il vicesindaco e assessore alla sicurezza di Magenta, Enzo Tenti – che sono convinto sia uno strumento fondamentale per tutti i Comuni coinvolti, ciascuno con le sue caratteristiche e peculiarità ma tutti interessati da problematiche di sicurezza molto simili. Viviamo un delicato periodo storico, con un aumento di atti vandalici e di disturbo della quiete pubblica insieme ad un incremento significativo degli incidenti stradali, spesso mortali, causati troppo frequentemente dalla distrazione dovuta all’uso del telefonino.

«Occorre ripensare agli aspetti normativi: le norme per l’ordinamento del Corpo di Polizia Locale sono ferme al 1986 e vanno aggiornate alla luce delle esigenze attuali. Basti pensare che gli operatori di Polizia Locale dal punto di vista normativo sono equiparati agli altri dipendenti comunali: pur essendo tali di fatto, sia l’organizzazione interna dei loro servizi, a partire dagli orari, sia il loro ruolo, anche in relazione alla collaborazione con le forze dell’ordine, richiederebbero un adeguamento normativo».

«Serve una centrale unica di risposta di 2° livello»

In una simile situazione, anche il Patto Locale potrebbe assumere una forma giuridica nuova e una più funzionale organizzazione, strutturata con sottoambiti omogenei che si organizzerebbero in modo eguale. «Questo permetterebbe di accedere a contributi differenti, ci consentirebbe una organizzazione tale da coprire fasce orarie più ampie e addirittura, se si riuscisse ad avere una centrale unica di intervento con un numero adeguato di pattuglie su tutto il territorio, di diventare un PSAP2 (una centrale unica di risposta di 2° livello, successivo al primo che corrisponde al numero unico di emergenza 112, ndr) in risposta al 112 istituito da Regione Lombardia, che oggi in Italia hanno solo le grandi città. So che la sfida è grande e ci vorrà del tempo – conclude Tenti, accompagnato dal comandante Angelo Sallemi – ma vogliamo riuscire a diventare il primo territorio a organizzarsi in questa direzione, dando risposte in tempi rapidissimi a una chiamata del cittadino al numero unico di emergenza».

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