Silvia Gatti, presidente in scadenza di Agesp Energia: «Per me parlano i numeri»

Busto silvia gatti agesp energia presidente

BUSTO ARSIZIO – Si chiude il mandato da presidente di Agesp energia di Silvia Gatti. Che lascia sulla scrivania i numeri, «che, come dice Tito Boeri, non si fanno intimidire e sono oggettivi» e una serie di iniziative che hanno reso l’azienda più smart e meno ingessata sotto il profilo dell’immagine. «Perché – spiega il presidente uscente – oggi ci si confronta sul libero mercato e anche il marketing diventa strategico nel misurarsi con la concorrenza».

Silvia Gatti, lei sostiene che in un’azienda sono i numeri che parlano. Ecco partiamo da qui, ovvero dal bilancio che tra qualche giorno verrà approvato dalla società. 
«Lascio un bilancio con un utile di circa 1 milione e 500 mila euro. Ma il dato che, reputo più significativo, tratteggia il mio mandato è quello legato ai contratti del ramo energia elettrica. Al 31 marzo 2020, compreso un mese di lockdown quindi, siamo arrivati a 8 mila contratti. Con un incremento, in termini percentuali, del 741 per cento. Positivo anche il saldo clienti gas più energia: da meno 94 di fine 2016 siamo arrivati a un più 3.116 a fine 2019. Mi permetta di dire una cosa però».

Dica. 
«Lascio con il rammarico di non poter più collaborare con le persone con cui ho lavorato. Questo mandato è stata un’esperienza importante sotto il profilo professionale, ma anche umano. Non ho fatto il presidente “a distanza”, ma giorno dopo giorno ho costruito rapporti lavorativi e umani che ricorderò sempre con grande affetto».

Beh, avrebbe anche potuto ripresentare la candidatura, consolidata dall’esperienza fatta e dai numeri. La sua è una scelta personale?
«Avevo già deciso di chiudere a un mandato per tornare a dedicarmi a tempo pieno al mio lavoro. E poi non ho mai “sfruttato” il mio ruolo per promuovere la mia persona, ma sempre per fare l’interesse dell’azienda, mettendo al servizio di Agesp Energia le mie competenze. Penso che un mandato sia stato sufficiente. Ora ho altri progetti ai quali voglio pensare».

Quindi nessuno l’ha chiamata per suggerirle di presentare il curriculum? 
«Non credo sia questo il punto. Comunque non ho sentito nessuno. Anzi sì, in aprile, ma era per lamentarsi dell’iniziativa che abbiamo organizzato legata alla consegna delle mascherine ai nostri clienti. Che tra l’altro è stata apprezzata da molti».

Le mascherine nelle cassetta delle lettere. Perché quella scelta?
«Se vogliamo semplificare si è trattato di un’operazione di marketing. Ma dietro ci sono significati più profondi. Innanzi tutto è stato un gesto in quel momento importante. Le mascherine sono state inviati ai nostri clienti anziani, comunque in difficoltà nel reperire quel dispositivo durante il lockdown. E poi è un piccolo dono che fa sentire vicina l’azienda a chi di fatto la sostiene, appunto i clienti. Insomma non una spesa ma un investimento».

Marketing, una parole che quando se ne parla nel pubblico lascia sempre un po’ perplessi, non crede? 
«Ma l’Agesp di cui sono stata presidente si deve misurare sul libero mercato. Quindi servono anche altri strumenti. Tra questi il marketing gioca un ruolo strategico. Io vengo dal privato è ho cercato di portare, per quanto possibile, quella mentalità. Per essere “appetibili” devi dare alla gente un motivo per cui si possa fidare di te e possa sceglierti. E in questa direzione ho cercato di condurre la società. Aggiungendo un po’ poesia, che abbiamo “seminato” per le strade di Busto».

E sotto questo profilo le iniziative non sono mancate. Quali altre e quali benefici hanno portato? 
«Cito altri due esempi, che nascono con ragioni diverse, ma con il medesimo obiettivo: ovvero fidelizzare e rafforzare la fiducia nei cittadini che hanno scelto o vogliono scegliere Agesp. Le luci multi cromatiche sulla sede di via Alberto da Giussano. Il primo messaggio che passa è quello di dire ciò che noi siamo: vendiamo energia elettrica. E poi sono un valore aggiunto che rendono ancor più prestigiosa la palazzina che ci ospita e che ci permette di aderire a iniziative istituzionali o sociali e quindi essere visibili. La seconda iniziativa l’abbiamo attivata nel lockdown, istituendo la tariffa unica notturna. Un segnale per gli abbonati Agesp, che in un momento difficile hanno risparmiato, magari non sui consumi, ma sulla bolletta».

Poco sopra ci ha parlato del rammarico che si porta via. Qual è invece la speranza che lascia? 
«Non sta a me dirlo poiché, oltre che inopportuno, sarebbe anche poco elegante. E’ vero però che qualora non si interromperà il lavoro impostato sulla promozione dell’azienda sarà una bella soddisfazione. Personale, ma soprattutto per l’azienda Agesp».

busto sede agesp energia gatti

silvia gatti agesp energia – MALPENSA24