L’ultimo giorno da sindaco di Giorgio Ginelli

sindaco ginelli intervista

JERAGO CON ORAGO – Termina, dopo dieci lunghi e intensi anni, l’esperienza in fascia tricolore di Giorgio Ginelli. Lunedì qualcun altro avrà già preso il suo posto. Ma, a sorpresa, è terminata anche la sua esperienza in Provincia, dov’è stato persino vicepresidente. Nei giorni scorsi ha protocollato le sue dimissioni da consigliere.

Ginelli, partiamo da qui. Perché si è dimesso da consigliere provinciale?
«Il mio ruolo all’interno del partito dell’assessore regionale Raffaele Cattaneo mi impone una maggiore presenza ed impegno a livello politico. Al fianco suo stiamo lavorando per costruire e rafforzare un gruppo che sta al centro, che guarda a questa situazione politica nazionale con grande preoccupazione»

Cosa le viene in mente quando guarda indietro agli ultimi dieci anni della sua vita da sindaco?
«E’stata un’esperienza unica, che mi ha arricchito e maturato. Ho cercato di impegnarmi per far crescere il mio Comune in servizi, sicurezza e decoro. Abbiamo fatto grandi opere, ma quello per cui sono più soddisfatto è aver mantenuto una forte coesione sociale all’interno della mia comunità»

La piscina rimarrà la testimonianza e l’orgoglio del decennio Ginelli?
«Certamente, la Palestra in acqua Cele Daccò è già diventata un riferimento a livello provinciale. I numeri sono molto interessanti e ci danno ragione. Ma se parliamo di orgoglio non posso dimenticare il poliambulatorio, realizzato nel primo mandato»

Tanti sindaci, dopo dieci anni, lasciano. Lei invece è ancora in gioco ed Emilio Aliverti ha già annunciato che, in caso di vittoria, sarà il suo assessore al Territorio. Perché?
«Io mi sono candidato perché me lo ha chiesto il candidato sindaco e sono in una posizione di totale servizio. Avrò un ruolo strettamente operativo, ma certamente la mia presenza sarà segno evidente di continuità»

Qualche mese fa sembrava potesse diventare una competizione senza avversari, invece sono ben quattro le liste in corsa. E’un segnale positivo per la democrazia a Jerago?
«Mi si accusava di essere antidemocratico, e invece ci sono addirittura quattro candidati. Questo dimostra che c’è una grande voglia di partecipazione maturata in questi ultimi cinque anni. Smentisco chi mi dà dell’assolutista, chi mi critica adesso è stato silente in maggioranza o in opposizione per cinque anni, oltretutto facendo spesso mancare la presenza  nei momenti di partecipazione. Ho visto in questa campagna elettorale molto astio e livore nei miei confronti, frutto probabilmente di sconfitte elettorali sanguinose patite nel 2013. Io vorrei invece parlare di temi, di programmi e di futuro, con uno sguardo al 2023. Chi fa parte del passato ed esce di scena dovrebbe avere un ruolo un po’ più moderato».

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