Pierfilippo Crucitti: smettere di fumare per prevenire il tumore al polmone

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LONATE POZZOLO – Stretta di mano tra gli Istituti di Ricovero e Cura Gruppo Iseni Sanità e il Campus Bio-Medico di Roma per l’avvio di una collaborazione scientifica. In visita alla clinica di Lonate Pozzolo e nella redazione di Malpensa24, insieme al presidente della Fondazione Iseni y Nervi, Fabrizio Iseni, il  professor Pierfilippo Crucitti, responsabile dell’U.O.S. di Chirurgia Toracica del Policlinico Campus Bio-Medico e promotore del progetto di diagnosi precoce “Un Respiro per la Vita”. Una carriera, la sua, tutta spesa per la prevenzione e la cura di quello che è la più diffusa tipologia di tumore in Italia, quello al polmone. Ispirata e condizionata in parte da un esempio importante, quello del padre, il professor Francesco Crucitti.

Una carriera medica, la sua, forse “segnata” in partenza dall’avere in famiglia un così grande esempio come quello di suo padre.
L’esempio virtuoso di mio padre ha condizionato le mie scelte, almeno in parte. Rispetto a lui, che ha iniziato con la chirurgia toracica specializzandosi poi in quella generale a Roma, ho fatto un percorso al contrario, specializzandomi solo in un secondo momento in chirurgia toracica, arrivando oggi ad essere responsabile dell’unità al Campus Bio-Medico. Ma oltre l’aspetto professionale, di lui mi è rimasta la dedizione al lavoro e l’aspetto umano che cerco sempre di avere come linea guida, mantenendo umiltà e cercando di essere sempre al servizio del paziente.

Un rapporto medico-paziente speciale fu quello che legò suo padre a Giovanni Paolo II. 
Io avevo 14 anni ai tempi dell’attentato, vivemmo in casa ore di grande agitazione con la possibilità di rivedere mio padre solo dopo tre giorni l’operazione. Quell’episodio lo legò molto al Papa che lo volle fortemente per altre tre successive operazioni; venne addirittura a trovarci a casa dopo il suo intervento, nonostante fosse una cosa assolutamente sconsigliata, ma tra loro si era ormai instaurato un rapporto che superava quello tra medico e paziente, e che continuò anche quando la malattia colpì mio padre.

Il suo lavoro di oggi comprende un’importante lavoro di prevenzione del tumore al polmone. Quali sono i numeri?
Si tratta della prima tipologia di tumore in Italia: la prima causa è ovviamente il fumo, e si tratta di pazienti fumatori nell’85 per cento dei casi. Abbiamo 40 mila nuovi casi all’anno, e ciò significa che scopre di avere un cancro al polmone una persona su quattro, ogni ora. Si tratta di una diagnosi spesso tardiva, perché non c’è ancora una fase di screening attenta, il che porta all’alta mortalità.

Cosa porta avanti grazie a “Un respiro per la vita”?
Facciamo prevenzione secondaria, cercando di avere delle diagnosi precoci sui fumatori: il tumore diagnosticato in tempo è operabile con ottimi risultati. Facciamo numerosi screening gratuiti, scoprendo molte volte in tempo casi di tumore. Ma soprattutto ci occupiamo di prevenzione primaria lavorando con le scuole, andando negli istituti e portando i ragazzi al Campus, affinché vedano direttamente i rischi del fumo.

Come si riesce a sensibilizzare i giovanissimi sul tema?
Con loro non basta dire che il fumo fa male, alla loro età non fa presa, e il fumo è soprattutto un fattore di affermazione sociale. Oggi poi sono in aumento le fumatrici, e di conseguenza tra qualche anno troveremo molti più casi di tumore fra le donne che fra gli uomini. Sempre più adolescenti, poi, cominciano a fumare approcciandosi prima alla sigaretta elettronica, che dovrebbe essere usata per smettere, per poi passare alle sigarette vere, potendovi accedere con molta facilità. Per questo portiamo i ragazzi al Campus: mostriamo loro i danni diretti del fumo ai polmoni, con tutti i problemi collaterali per la salute, da sterilità a impotenza, in giornate che dedichiamo all’importanza di avere uno stile di vita sano. Parliamo di fumo ma anche di alcol, obesità, dipendenza da tecnologia: aprire gli occhi sulle conseguenze di abitudini dannose è di vitale importanza.

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