Lesioni permanenti dopo il Covid: 58enne fa causa all’ospedale di Somma

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SOMMA LOMBARDO – Contrae il Covid durante il ricovero all’ospedale di Somma: fa causa all’Asst Valle Olona. E’ un lungo calvario – quello che vede protagonista un 58enne residente nel gallaratese – riassunto dall’avvocato Pietro Romano, che assiste lui e i famigliari in quella che potrebbe diventare una doppia azione legale. «Un calvario infinito – spiega Romano – Purtroppo letteralmente: il mio assistito è tutt’ora ricoverato in una struttura ospedaliera bergamasca per la riabilitazione. Dopo mesi di malattia, infatti, il mio assistito risulta del tutto inabilitato all’uso delle braccia e della parola. L’attuale ricovero è un estremo tentativo di ottenere un purtroppo quanto mai improbabile recupero, così come ci è stato riferito dai sanitari che hanno riscontrato, ad esito tac, due inspiegabili macchie a livello celebrale per cui non esiste un tipo di cura. L’inabilità, allo stato attuale, è da considerarsi permanente».

Negativo prima del ricovero

somma ospedale causa covidTutto ha inizio il 3 dicembre 2020. Il 58enne viene sottoposto a una visita cardiologica d’urgenza al Pronto Soccorso dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Gallarate. «In quell’occasione al mio assistito viene diagnosticato “uno scompenso cardiaco, insufficienza cardiaca non specificata” – spiega Romano (nella foto accanto)Sono gli stessi medici a richiedere un trasferimento all’ospedale Bellini di Somma Lombardo». Va sottolineato un punto: il 27 novembre il gallaratese si era sottoposto a un tampone molecolare dall’esito negativo. «Il 6 dicembre – prosegue il legale – Un secondo tampone certifica, ancora una volta, la negatività al Covid del paziente dopo il ricovero in zona grigia che viene quindi spostato nel reparto Medicina A». Poco più di una settimana dopo, esattamente il 14 dicembre, dopo 8 giorni di ricovero al Bellini, «Il paziente viene sorprendentemente sottoposto a tampone insieme agli altri 16 pazienti ricoverati nello stesso reparto – aggiunge Romano – Nella cartella clinica già in nostro possesso l’ospedale riconosce l’esistenza di un focolaio Covid all’interno del reparto di Medicina A. Tutti i pazienti vengono trasferiti in altre strutture. Io qui ravvedo gli estremi dell’epidemia colposa». Il 48enne sarà ricoverato al Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

Focolaio in reparto

La situazione è di estrema gravità tanto che «Il 18 dicembre il mio assistito viene ricoverato in terapia sub-intensiva Covid – spiega Romano – Ed il giorno successivo viene trasferito nel reparto di terapia intensiva con intubazione sino al 22 gennaio. Purtroppo non è ancora finita – aggiunge il legale – Perché l’11 febbraio il nostro assistito si aggrava venendo ricoverato d’urgenza, ancora una volta, in terapia intensiva con una seconda intubazione sino al 4 marzo». Oggi a sette mesi dal contagio il 58enne sta ancora combattendo «Contro una inabilità che potrebbe diventare permanente. Ad oggi abbiamo avviato l’azione civile nei confronti dell’azienda sanitaria – conclude Romano – Ma siamo pronti a depositare anche una denuncia penale. Il mio assistito, la moglie e la figlia di soli 20 anni vogliono giustizia. E chiedono che fatti simili non debbano toccare ad altri pazienti».

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