Spaccio, risse e schiamazzi continui: le notti in bianco di San Martino a Legnano

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LEGNANO – Passare le notti a sentire, parola per parola, litigare ragazzi e ragazze nella via. Dividere il muro di casa con il ring su cui su confrontano giovani di diverse “bande”, vederli rincorrersi in strada e urinare tra le auto in sosta. Chiamare la polizia, che quando arriva quelli si dileguano, per ricominciare subito dopo a bere, urlare, spingersi contro le auto ferme, prendersi a sberle. Così fino all’alba, senza chiudere occhio o quasi. Nell’ultimo fine settimana sono volati schiaffi anche fra ragazze: in quattro, tutte sui vent’anni, sono state soccorse in via Calatafimi dalla Croce Rossa e trasportate per accertamenti alla clinica Mater Domini di Castellanza. «Ma è così quasi tutte le sere della settimana, da quando è finito il lockdown» raccontano i residenti, talmente esasperati da pensare di cambiare casa. Benvenuti a San Martino, ultimo lembo urbano di Legnano prima di Castellanza, dove appena tramonta il sole regna il caos per tutta la notte.

I residenti: «Strade come un ring»

«Dalla fine del lockdown – racconta una insegnante che abita in via Roma e che è una sorta di “memoria storica” del quartiere – qui c’è il tumulto. Gli anni scorsi, spaccio e drogati a caccia di elemosine ai giardinetti pubblici di piazza Trento e Trieste, di fronte alla scuola Mazzini, con conseguenti furti di oggetti dalle auto in sosta, la solita tossica che mendicava il passaggio e soldi, gente che sniffava sul marciapiede, lo stesso spacciatore che arrivava a una certa ora, tra le 3.00 e le 4.00 del mattino, su un’auto nera. Adesso, il delirio dalle 3.00 fino alle 5.00. Arrivano più comitive di ragazzi in caccia di bevande o altro, anche se sono palesemente già “pieni” e sbiascicanti, che urlano, litigano fra loro e si picchiano, urinano dietro le auto in sosta, si rincorrono, se le danno e piangono. Sono per lo più italiani e sudamericani – continua la nostra fonte – lo si capisce perché pur stando in casa si sente tutto quello che dicono, compresi gli insulti in italiano e gli “hija de puta” in spagnolo. Chiamo per l’ennesima volta la polizia, mi dicono che sono subissati di chiamate, o che sono già passati. Se invece arrivano, quelli scappano, poi ritornano».

Centro blindato, ora soffrono le periferie

legnano sanmartino risse giovani sicurezzaA rendere insostenibile la situazione, già pesante negli anni passati, sembrano aver contribuito due circostanze: la riapertura post lockdown in orario serale di due bar, cui quest’anno se n’è aggiunto un terzo, e i presìdi delle forze di polizia nel centro cittadino, che avrebbero spostato in zone periferiche come San Martino alcune turbolente “compagnie” di giovani. «Questa è sempre stata una zona difficile – ci spiega una signora la cui abitazione si affaccia sui giardinetti lungo via Roma – ma quest’anno appena hanno riaperto i bar si sono scatenati. Talvolta cominciano alle 22.00 e vanno avanti fino all’alba, più sere la settimana. È come se li avessero fatti scappare dal centro per rintanarsi nei bar qui per evitare le guardie. Due settimane fa c’era stato ancora casino. Venerdì scorso, quando c’è stata l’ultima rissa, ho visto ragazzi ubriachi che si rincorrevano su e giù nella via, poi sono arrivati altri sudamericani. Mi sono affacciata e ho detto che se non la smettevano chiamavo la polizia. Una ragazza, intimidita, mi ha dato ragione, ma ne ho visti altri due con in mano qualcosa che sembrava una spranga». Prima ancora che la sicurezza, la richiesta unanime del quartiere è la tranquillità. Qualcuno invoca le solite telecamere per la videosorveglianza, altri puntano il dito sulla bassa recinzione dei giardinetti che non impedisce di entrarvi anche di notte per vendere o consumare droga. «Chiamo la polizia almeno una volta ogni anno – tira le somme ancora la professoressa di via Roma – ma se le cose non cambiano mi trasferirò. Ho una casa di un parente altrove e prenderò la residenza lì, perché qui non ce la faccio più».

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