“Ci sentiamo abbandonati e senza prospettive”. Stefano Donati “suona” l’allarme delle Autoscuole

 

Anche il mondo delle autoscuole è in fermento a causa della chiusura prolungata. Il Coronavirus ha messo in grave difficoltà anche quest”attività commerciale. Come ha spiegato il giornalista di Telelombardia e TopCalcio24, Stefano Donati, titolare dell’autoscuola Sud di San Donato Milanese. Anche Donati ha spiegato come la categoria non si senta presa in considerazione dalle istituzioni. Anche le autoscuole si sentono, infatti, totalmente ignorate. Il suo è un discorso di buonsenso.

“Protocolli e Direttive chiari”

“Vorremmo avere – spiega Donati – direttive e un protocollo certo da poter rispettare. Ovviamente ci interessa poter riaprire in sicurezza e soprattutto che la motorizzazione torni a essere operativa per permettere ai ragazzi di sostenere gli esami di teoria e di guida. Le autoscuole sono pronte ad attrezzarsi, ma ci dicano come fare. Se ci dicono che dobbiamo mettere i plexiglass in macchina o se dobbiamo fare le lezioni teoriche on line va bene ma ce lo dicano con certezza e una volta per tutte. Non è più il 20 marzo: adesso siamo ormai al Primo Maggio. L’ Unasca, l’Associazione delle Autoscuole, ha fatto diverse proposte per tornare a lavorare – ha specificato Donati – ma non ha ottenuto alcuna risposta”. Il mondo delle autoscuole conta in Italia 7.000 aziende e 30.000 dipendenti.

“Ci sentiamo abbandonati”

Il concetto espresso da Donati è grossomodo identico a quello già diffuso da altre categorie. Tutti stanno già pensando a come reinventarsi l’attività, a come rilanciarsi una volta che la morsa della chiusura e del virus avranno dato un po’ più di sollievo. Tutti ci stanno rimettendo qualcosa dal punto di vista economico, ma a preoccupare è soprattutto la mancanza di linee guida chiare che diano profondità alle prospettive, oggi tutt’altro che cristalline. Anzi.
“Siamo chiusi dal 9 marzo – ha ricordato Donati – e ovviamente da quel momento stiamo convivendo con l’azzeramento degli incassi, ma nonostante ciò tutti stiamo continuando a pagare tutte le spese correlate all’attività. E poi c’è il problema della cassaintegrazione che i dipendenti non ancora hanno ricevuto dopo tutto questo tempo. Oltre a tutti i problemi economici ora c’è il problema delle prospettive. Ci siano sentiti abbandonati. Non possiamo essere equiparati alle scuole: è vero come loro facciamo formazione, ma queste sono aziende private nelle quali non ci sono impiegati pubblici. Le autoscuole dipendono dalle Motorizzazioni e quindi dal Ministero dei Trasporti, non dal Ministero dell’istruzione. Siamo i primi a sapere che molte cose della nostra attività dovranno essere modificate, ed è giusto che sia così, ma ci dicano come. Sono circolate delle ipotesi, alcune particolari come quella dell’esame di guida con due macchine e l’uso del walkie-talkie per comunicare tra l’una e l’altra. Va bene, l’importante è che ce lo dicano. Contestiamo il fatto che finora siano solo ipotesi. Non c’è al momento un protocollo sicuro. Mancano certezze e dilagano le suggestioni. Anche sulla data di apertura non ci sono certezze e questo non va bene. Ci sono questioni aperte come quella sulle lezioni di teoria, gli esami di teoria e di guida. Dobbiamo mettere in sicurezza l’ufficio andando anche a tentoni; ma per cosa? Per non poter lavorare? È una categoria abbandonata e lasciata in confusione. Aspettiamo risposte immediate perché così non ci sono prospettive”.

Stefano Donati Autoscuole-MALPENSA24