“Suoniamole al cancro”: John Paul II Choir a Busto per sostenere il volontariato

BUSTO ARSIZIO – Il concerto-spettacolo del John Paul II Choir per “suonarle al cancro”. Sabato sera, 21 maggio, il teatro Sociale ospiterà la performance della formazione fondata ad Albizzate, con il ricavato della serata – ingresso a offerta libera – che andrà a sostenere «un progetto comune tra tutte le associazioni di volontariato oncologico», come spiega Adele Patrini, presidente di Caos Onlus, che organizza l’iniziativa insieme al comitato lombardo della Federazione Associazioni di Volontariato in Oncologia. «Un fundraising collegiale che vorremmo diventasse virale».

Il concerto

«Ci teniamo tanto ad avere una bella sala piena» rivelano dal John Paul II Choir, diretto dal Maestro Samuele Cane. Sul palco 70 coristi, che proporranno brani di diversi generi, dal pop al rock, dal gospel al musical fino al cartoon. «Non potete non divertirvi – promette la voce solista Federica Ferro – siamo giovani, siamo pieni di energia. Per noi è un piacere e un onore esibirci per questa causa. La prevenzione è importante anche per chi non ha direttamente a che fare con il cancro».

Alleanza contro il cancro

Dietro al concerto infatti c’è molto di più. «Questo coro è una metafora – spiega Adele Patrini – siamo qui per mettere in campo un’alleanza contro il nemico comune e per creare una cultura, una mentalità, un modo di pensare, che si fonda sul concetto di squadra. Vogliamo suonarle al cancro perché vogliamo aprire orizzonti nuovi che mettano veramente a sistema le alleanze e le reti». In questo senso l’evento del JP Choir serve a «promuovere una filosofia concreta».

Rete di supporto e prevenzione

Una filosofia di rete, da suggellare con «la creazione di un tavolo permanente dedicato al terzo settore impegnato su questo tema e alle donne, le “sopravvissute” al cancro, la cui vita rimane segnata fisicamente e nell’animo – sottolinea l’assessore all’inclusione sociale Paola Reguzzoni – so di cosa parlo e so che le donne ne escono forti se trovano supporto. Togliere la paura è l’obiettivo principale, perché oggi cancro non è più sinonimo di fine vita, e la prevenzione è lo strumento per affrontare insieme la paura». Un modello di tavolo istituzionalizzato che, fa notare Patrini, «non ha eguali in Italia». E il consigliere comunale Alessandro Albani aggiunge: «Oggi siamo andati in gol perché abbiamo fatto rete, tra politica, società civile, terzo settore».

La voce delle associazioni

«Non dobbiamo curare la malattia, ma il paziente, che è una persona – ricorda Giuseppe Catanoso, direttore sanitario di ATS Insubria – dalle associazioni di volontariato arriva un aiuto fondamentale, per prendere per mano e accompagnare il paziente in questo percorso». Lo sanno anche le associazioni: «Siamo noi il motore» ammette Mario Busnelli, di Saronno Point. «Dopo il Covid dobbiamo riprendere la retta via – aggiunge Ivanoe Pellerin, presidente provinciale Lilt Varese – prevenzione, controlli e tutte quelle attività che hanno comportato difficoltà alla diagnosi precoce. Il nuovo traguardo da porsi è trasformare la malattia oncologica in malattia cronica». Ma il personale, soprattutto con la sfida delle cure domiciliari, è uno dei fronti su cui impegnarsi.

busto arsizio JP choir caos – MALPENSA24