Patrizia Testa: “Chi vuole la Pro Patria deve essere serio o vado avanti io”

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BUSTO ARSIZIO – «Sono pronta a un sacrificio e ad andare avanti sa sola. Sul tavolo c’è una proposta concreta, ma in questo momento non ci sono le condizioni per chiudere. In passato sono rimasta scottata e non voglio che certe situazioni si ripetano». La notizia avrebbe dovuto essere il ringraziamento dell’amministrazione comunale alla Pro Patria per promozione e scudetto, ma il presidente Patrizia Testa, rispondendo alle domande della stampa, ha stravolto la scaletta.

Promozione e scudetto: Pro nella storia

Certo la cerimonia di ringraziamento c’è stata. Nella sala consigliare di palazzo Gilardoni c’erano Zaro, Scuderi e Mangano in rappresentanza di chi in campo ha vinto e consegnato i Tigrotti alla storia con la conquista dello scudetto. C’erano il presidente Patrizia Testa, l’uomo dei conti biancoblu Nazareno Tiburzi, il team manager Gonnella, i tifosi del Pro Patria club e dei “100 anni di Pro Patria”, oltre sindaco Emanuele Antonelli, il tifosissimo assessore allo Sport Gigi Farioli, che ha ricordato com’è sbocciato il suo amore per la maglia biancoblu con l’imitazione di Nicolò Carosio e gli assessori Isabella Tovaglieri, Paola Magugliani e Miriam Arabini, il senatore Giampiero Rossi e Alberto Armiraglio, già presidente della Pro e oggi consigliere. Tutti lì per dire grazie a chi, squadra e allenatore, ha finalmente riportato la Pro nel calcio che conta, a chi, Patrizia Testa, ha preso in mano la società quando era in acque perigliose e, mettendo mano sia al cuore sia al portafoglio, ha ridato autorevolezza e nobiltà alle tigri, oltre alla categoria calcistica. Un momento semplice, senza troppi cotillons, ma di cuore. Insomma in perfetto stile bustocco: “grazie, bravi, ma andiamo avanti a lavorare”. Non sono mancati gli scambi degli omaggi: un gagliardetto con la data della conquista dello scudetto consegnato dalla Testa all’amministrazione e una medaglia con il simbolo della città e una pergamena donati dal sindaco ai tigrotti. C’è anche stato lo spazio per le domande dei tifosi che tra le varie cose hanno chiesto il tanto atteso campo di allenamento e incassato la promessa di Antonelli che a settembre ci sarà. Insomma ogni pezzo al posto giusto. Fino ai titoli di coda della mattinata.

Il futuro è un’ipotesi

Tutti, ma proprio tutti hanno la consapevolezza che è stato fatto qualcosa di grande. Davvero grande. La promozione in Lega Pro, certo, lo scudetto, ancor di più, ma soprattutto, l’immenso merito della Testa che supera il doppio traguardo: in questi anni la proprietaria e presidente ha di fatto ricostruito tutto dalle macerie, ha ridato credibilità e riacceso i colori della bellissima maglia biancoblu a strisce orizzontale. E se quanto fatto finora conta (eccome se conta), altrettanto importante è capire quale sarà il futuro di squadra e società, tanto più che alla porta bussano molti interessati e tra questi anche un gruppo che fa riferimento alla famiglia Calleri. Splendido? Mica tanto. «Se io non avessi passione e amore per la Pro Patria – spiega Patrizia Testa – questo sarebbe il momento migliore per lasciare.  Le offerte non mancano, l’avete anche letto sui giornali. Ma chi vuole davvero la Pro Patria o dare una mano deve anche ascoltare le mie condizioni. Sono già stata scottata, poiché quando sono arrivata, pur essendo socio di minoranza, mi sono trovata a pagare anche per chi aveva le quote di maggioranza. Mi riferisco a Fulvio Collovati, che avrebbe dovuto dare un valore aggiunto in termini di contatti e conoscenze del mondo del calcio, ma che nella realtà mi ha profondamente deluso. Amo talmente tanto questa squadra che, qualora le proposte avanzate non saranno più che chiare, sarò disposta a fare un altro sacrificio e andare avanti da sola». Porte chiuse a Calleri? Patrizia Testa non approfondisce l’argomento e aggiunge solo: «Chi si avvicina alla Pro deve essere cristallino e trasparente». Insomma la trattativa forse è iniziata. O forse è già finita.

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