Tour. Groenewegen vince al fotofinish, Van Aert (secondo) resta in giallo

ciclismo tour danimarca

Ultimo sprint in terra danese. Al termine di 182 chilometri nel sud-est del Paese nordico, percorsi stabilmente oltre i 40 km/h, Dylan Groenewegen (Bike Exchange) si aggiudica la terza tappa del Tour de France 2022, tornando a trionfare in una competizione World Tour dopo “il fattaccio” del 2020 con Jakobsen in Polonia. Una volatona dove il velocista olandese si è inserito a fari spenti beffando Wout Van Aert (Jumbo Visma) piazzato secondo in tre frazioni su tre ma sempre maglia gialla guadagnando su Lampaert e Pogacar grazie all’abbuono, Jasper Philipsen (Alpecin) che chiude dunque il podio, un Peter Sagan (TotalEnergies) che resta tagliato fuori e sul colpo di reni finale rivolge una parola poco amichevole a WVA reo di averlo un po’ chiuso, e lo stesso Fabio Jakobsen (Quick Step) che mantiene comunque la maglia verde in quanto secondo nella classifica a punti dietro Van Aert.

Vittoria numero 16 in stagione per la Bike Exchange.

LA CORSA

Al via da Vejle parte immediatamente Magnus Cort Nielsen (EF) che in mezzo ai tifosi di casa esultanti va a confermare la maglia a pois sui tre muretti di giornata: Koldingvej, Hejlsminde Strand e Genner Strand. Una passerella solitaria e festosa che il gruppone controlla accondiscendente, regalando un intermezzo spettacolare al traguardo volante di Christiansfeld conquistato da Wout Van Aert (ottimamente trainato da Christophe Laporte) su Fabio Jakobsen e Peter Sagan.
Per Cort Nielsen, che in carriera ha vinto una tappa alla Grande Boucle (2018 a Carcassonne) e ben sei alla Vuelta, si tratta di un en plein di Gran Premi della Montagna nella sua Danimarca: si è preso tutti e tre quelli di ieri e gli altrettanti di oggi. Con tanto di “volata solitaria” a beneficio dei tifosi e celebrazione a pugnetto sul Genner Strand.

Emozioni anche per Kasper Asgreen, che nella prima metà di gara è stato acclamato dalla cittadina di Kolding dove lui abita tuttora e possiede un negozio di bici.

Trascinato come da perfetto copione dalle squadre dei velocisti, scollinato l’ultimo GPM a 59 km all’arrivo il plotone non ha più motivi per lasciar fare e accelera: ai -53 il gruppo è compatto e comincia ufficialmente il lungo avvicinamento a Sonderborg. Qualche foratura e caduta senza conseguenze (al cartellone dei -20 Maxime Bouet dell’Arkea Samsic per poco non crolla addosso a un bambino seduto sull’erba, a quello dei -10 alcuni uomini Movistar-TotalEnergies-BahrainVictorious-Ag2rCitroen-Cofidis-EF-Astana-TrekSegafredo-Alpecin-IsraelPremierTech vanno giù in maniera relativamente morbida) e l’inferno, sportivo s’intende, si scatena all’uscita del curvone finale a 750 metri dalla linea: Sagan che era indietrissimo s’infila tra i migliori, Jakobsen perde la ruota di pesce-pilota Morkov e finirà quinto, Van Aert ne approfitta seguito da Philipsen… ma tra i due sbuca un poderoso Groenewegen. Una volata sontuosa in tutto e per tutto.

A dire il vero, la maxi-caduta dei -10km non è del tutto indolore. Nessuno si fa male come detto, e questo è l’importante, ma nella generale Damiano Caruso perde una quarantina di secondi insieme all’altro capitano Jack Haig. Insieme a loro altri corridori, anche italiani. A proposito di nostri connazionali: ieri un gran Mozzato in top ten, oggi ha fatto il massimo Alberto Dainese che chiude in settima posizione.

Domani lunedì di “riposo“, in realtà di viaggio, per il riapprodo in Francia dove si andrà gradualmente a salire con le altimetrie. E dove i riflettori gradualmente si accenderanno su quel Tadej Pogacar (UAE) che per adesso si gode la maglia bianca dei giovani.

Articolo a cura di Tuttobiciweb.it

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