Tour of Ruanda, l’appello dell’ucraino Budyak: “Russi tornate alle vostre case”

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Anatoly Budyak

Anatoliy Budyak non è un campione. E’ un onesto ciclista di 26 anni che difende i colori di un team malese, la Terengganu Polygon, e ieri ha vinto in Ruanda, la sesta tappa del Tour. È stata la sua prima vittoria nella massima categoria e non poteva arrivare in un giorno più significativo.

In un turbinio di emozioni, Anatoliy scendendo dal palco ha accettato di commentare la tragedia che sta vivendo il suo Paese e ha regalato poche parole, forse anche semplici, ma cariche di pathos.

«L’Ucraina è il mio Paese, oggi sono lontano dalla mia terra e ho vinto una tappa qui in Ruanda. Questo successo evidentemente mi rende orgoglioso ma non posso impedirmi di pensare alla mia gente, alla mia famiglia che in questo momento rischiano la vita sotto i bombardamenti. Voglio approfittare di questa occasione per lanciare un appello al presidente della Russia e ai militari russi. Voglio dire loro “per favore, tornate indietro, tornate alle vostre case, facciamo la pace e torniamo a vivere nella normalità».

Violata la tregua Olimpica

Intanto il Cio, Comitato Olimpico Internazionale, ha chiesto a tutte le federazioni sportive di annullare tutte le manifestazioni internazionali previste in Russia e Bielorussia a causa della violazione della tregua olimpica, che tradizionalmente comincia sette giorni prima del via dei Giochi per concludersi sette gioni dopo la fine dei Giochi Paralimpici.

L’Unione Ciclistica Internazionale ha annunciato la sua posizione in un comunicato emesso nel tardo pomeriggio di ieri: «L’UCI segue con preoccupazione l’evolversi della situazione in Ucraina e condanna fermamente la violazione del diritto internazionale e dell’integrità territoriale dell’Ucraina. Chiede un arresto immediato delle ostilità e ritiene che l’unica via da seguire sia attraverso i canali diplomatici. Come il Comitato Olimpico Internazionale, l’UCI condanna la violazione della Tregua Olimpica che, peraltro, è stata approvata all’unanimità dai 193 paesi membri delle Nazioni Unite il 2 dicembre 2021. Lo sport e il ciclismo hanno spesso saputo aprire la strada alla pace e al dialogo. Questi valori devono ispirare il governo russo in modo che possa cessare le ostilità e riprendere il dialogo per dare una possibilità per una risoluzione pacifica di questa azione militare. I pensieri dell’UCI sono rivolti al popolo ucraino e alla comunità ciclistica ucraina, cui assicura il suo pieno sostegno e affetto. In segno di solidarietà ai civili innocenti di fronte a questo terribile conflitto, l’UCI ha innalzato la bandiera ucraina davanti alla sede dell’Union Cycliste Internationale. La Federazione Internazionale conferma che nessun evento UCI si svolgerà in Russia o Bielorussia nel 2022».

Articolo a cura di Tuttobiciweb.it

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