Tragedia a Saronno, cadavere sulla strada per ore. Colombo: «Vergogna burocratica»

I soccorsi intervenuti sul luogo dell'incidente. Nel riquadro, Marco Colombo

SARONNO – «Vergogna. La salma di un povero ragazzo di trent’anni lasciata in strada per quattro ore per una questione burocratica di competenze». È Marco Colombo, consigliere regionale della Lega, a rivelare, con rabbia, la paradossale vicenda di cui è venuto a conoscenza, dopo il tragico incidente lungo la SP 31 bis a Saronno, costato la vita ad un motociclista di trent’anni, dopo l’impatto con un’auto.

Tristezza e indignazione

La tristezza per la scomparsa del giovane, a cui rivolge «una preghiera e un pensiero commosso», e per il dolore che ha colpito una famiglia da lui conosciuta, si è inevitabilmente mischiata con il disappunto e l’indignazione per quello che è successo lungo la SP 31 bis, tra Saronno (provincia di Varese), Rovello Porro (provincia di Como) e Ceriano Laghetto (provincia di Milano). Perché Marco Colombo è venuto a sapere dai famigliari della vittima che la salma è rimasta per ore sul luogo della tragedia in attesa del via libera per essere portata in obitorio.

Varese o Como?

«Il problema era che non si sapeva di chi fosse la competenza su quel tratto di strada, se della provincia di Varese, di Milano o di Como – rivela il consigliere regionale ed ex sindaco di Sesto Calende – così nessuno si prendeva la responsabilità di mandare avanti le operazioni». Alla fine, con la provinciale chiusa per ore, la situazione si è risolta poco prima delle 17. Ma il tragico schianto si era verificato attorno all’una, con l’intervento dei soccorsi che non avevano potuto fare altro che constatare sul posto il decesso del trentenne.

«Che vergogna»

«Un vero scandalo, una vergogna» lo sfogo di Marco Colombo. «Un uomo di trent’anni lasciato lì, morto, davanti ai suoi famigliari, senza alcun rispetto. E una strada provinciale bloccata per ore, con un incalcolabile costo sociale legato al traffico e alle code. Come si può pensare che i cittadini si avvicinino alle istituzioni se questi sono i segnali? Ora però voglio sapere di chi è la colpa: qualcuno dovrà assumersi la responsabilità di quanto accaduto».

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