Ulivi, girasoli, salite e caldo torrido. La splendida San Gimignano ripaga la fatica

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SAN GIMIGNANO – Alle 7.30 lasciamo Valpromaro godendo – ancora per poco – dell’aria fresca del mattino, direzione Lucca, per la prima pausa caffè del mattino.

Ricca di storia, di arte e di tesori da ammirare, in posizione strategica sulla Via Cassia, alla convergenza di tutte le strade seguite dai pellegrini per raggiungere Roma, Lucca è cinta da possenti mura del XV-XVII secolo. La cattedrale di San Martino, fondata nel VI secolo e riedificata nel 1060, il cui porticato era spesso occupato da banchi di cambiavalute che trafficavano con i pellegrini, conserva al suo interno il Tempietto del Volto Santo (1484) con il Crocifisso.

Circondati dai colori di una terra meravigliosa proseguiamo il nostro cammino tra ulivi e girasoli che dipingono uno scenario incantevole. È tutto un susseguirsi di strade bianche tra saliscendi e falsipiani, così falsi che ci chiediamo come possano esserci tante salite impegnative e pochissime discese: le dolci colline toscane non lo sono affatto per le nostre gambe.

Eccoci quindi a San Miniato, dalle innumerevoli chiese, abbazie, cappelle, oratori, conventi, badie, monasteri e conventi. Dopo una panoramica della città, via per Gambassi Terme: i chilometri da macinare non sono tanti ma il dislivello ci mette veramente a dura prova. La cittadina è famosa fin dal XIII secolo per la lavorazione del vetro: sarà per questo motivo, il ciclista casuale – già provato dalla fatica – buca la ruota. Niente paura, l’attrezzatura al seguito ci permette di porre velocemente rimedio per ripartire alla volta di San Gimignano.

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Caldo, tanto caldo, tante salite e poche discese non ci hanno rovinato il panorama che chi ha accompagnati in questa tappa: quando la natura diventa capolavoro, da restare senza parole.

A domani, come sempre.

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