Umarells tra ironia e… Francesco Speroni

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Gian Franco Bottini e gli Umarells

di Gian Franco Bottini

“Ricordati di coltivare l’ironia, anche solo per uso personale”. Ci era sembrato un buon suggerimento da usare negli auguri per il nuovo anno. A quanto pare però a qualcuno dei nostri amici Umarells era parsa una incomprensibile stranezza se al nostro primo incontro di inizio anno siamo stati apostrofati dal Sempreverde con il suo solito ruvido sarcasmo: “Se te vurevet dì ? Mi pareva la legge sulla coltivazione della marijuana.”

Il Pensionato, comprese le difficoltà cognitive dell’amico, gli era venuto in rapido soccorso: “Ironia l’è quand te diset una roba vera ma la metti un po’ sul ridere, in maniera di non offendere nessuno….se è intelligente”. Una definizione degna di Wikipedia che sembrava aver chiarite le idee al Sempreverde, il quale aveva cercato immediatamente di recuperare :”E invece se el se incazza…pes per lù”

Scherzando scherzando, Pulcinella disse la verità!” Era stata la chiosa del Professore, che però era stata accolta con un certo distacco. E così, con un po’ di leggerezza, era iniziato il nuovo anno con gli Umarells, che per voce dell’Avvocato avevano subito scaldato i ferri della discussione: “Guardate, l’unico che mostra ironia nella nostra città è lo Speroni. Il suo intervento sul Gesù Bambino “nero” nel presepe del Tempio Civico è da manuale. Con la sua grande abilità di “taja e medega” ha dichiarato che, essendo il Bambino un emigrato “non economico” ma causato dalle minacce di Erode, il colore della sua pelle era accettabile purchè lo si ritenesse “rimpatriabile” nel momento in cui (probabilmente tramite una commissione europea ben retribuita, della quale lui sicuramente ne avrebbe fatto parte) fosse stato accertato con sicurezza il decesso di Erode e quindi la decadenza delle suddette minacce”.

L’unico a non apprezzare questo sfoggio di ironia era stato il solito Sempreverde, subito però incalzato dalla Maestrina che, con fare saccente, gli aveva chiesto spiegazioni sulla questione del Campus dello sport, sui rapporti del Comune con una azienda fallita e sui silenziosi imbarazzi del “suo” sindaco. “L’è minga el me sindac.L’ha detto anche lo Speroni!” aveva così cercato di uscire dall’angolo il Sempreverde.

“E no – lo aveva puntigliosamente pressato la Maestrina – qualcuno deve spiegare perché la “vostra” Giunta un giorno decide di dare il via ai rapporti con una azienda che dopo 8 giorni viene dichiarata fallita. Il silenzio su questo argomento non è accettabile!

La Veneta, che faceva la sorniona ma dimostrava di essere ben informata sul caso, aveva anche lei cercato di far sfoggio della sua ironia: “Ma non star a guardar de fino, anche i matrimoni qualche volta vengono celebrati in punto di morte!” “In articulo mortis” era stata la sempre mal sopportata chiosa del Professore. “E si, ma in quel caso avviene o per grande amore o per problemi di interessi o per tutti e due le cose .”parola di Avvocato. “Va ben , ma qui non se capisce niente: né chi è l’innamorato né l’interesse e il silenzio l’è l’ultima cosa che convien”

Il Pensionato, fin ad allora assente dalla conversazione, aveva a quel punto cercato di mettere il suo sigillo: “Vi ricordate che un tempo c’era una reclame sul “lassativo blando ma sicuro”. Ben, il silenzio vuole essere il lassativo che col tempo fa passare via tutto”

“Bon, ma alora mi me ricordo anche quel’altra reclame “Ai bambini buoni la dolce Euchessina”; e quand ghe domandavi alla mia mama “e a quei cattivi?” , ela me rispondeva “lasa che spingan”. E nun, che semo quei cativi, semo stufi de far fatiga!”

La discussione era continuata con lo sciorinare di ipotesi, per lo più fantasiose, che per amor di patria tralasciamo di riportare. Una cosa certa è che, visti i suoi divertiti sorrisi, il Sempreverde voleva dimostrare di aver finalmente compreso cosa fosse l’ironia e aveva così concluso: “Ades che ho capì, domani vado dallo Speroni e ci dico che ho apprezzato la sua ironia”; con l’augurio che anche il buon Speroni la pensi come lui!

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