Un dono contro i tumori: da Varese per l’Oncologia tre carrelli polifunzionali

Fotografia di otto persone al day hospital di varese con un carrello polifunzionale per l'oncologia

VARESEVarese per l’Oncologia dona tre carrelli polifunzionali al Day Hospital oncologico. Ma il suo ruolo è molto più incisivo: catalizza e mette a frutto il legame che unisce pazienti e reparto.

Sono tre carrelli polifunzionali il regalo di Natale per il Day Hospital oncologico dell’Ospedale di Circolo di Varese, per un valore di oltre 4 mila e 800 euro. Oggi, venerdì 30 dicembre, i doni sono stati consegnati al reparto diretto dal professor Francesco Grossi da Varese per l’Oncologia, l’associazione che da tanti anni è vicina ai pazienti oncologici in cura nell’Asst Sette Laghi.

Un team itinerante

La vicinanza di quest’associazione ai dipendenti e ai pazienti dell’Oncologia viene confermata dalla donazione odierna, l’ennesima negli ultimi anni, tra le quali un’automobile dedicata agli spostamenti del team di Homcology al domicilio dei pazienti. Proprio Homcology è un progetto nato grazie ad una sinergia tra l’Asst dei Sette Laghi, l’Ats dell’Insubria, i Medici di Medicina Generale, Regione Lombardia e l’associazione “Varese per l’Oncologia”: un team itinerante, formato da quattro medici, quattro infermieri, uno psicologo ed un fisioterapista, coordinato dal professor Francesco Grossi, dispensa trattamenti antitumorali direttamente al domicilio del paziente in stretta collaborazione con il caregiver e il Medico di Medicina Generale.

Per chi non può accedere agli ambulatori

In particolare, il progetto, che attualmente ha in cura oltre 30 pazienti, si rivolge a quei malati oncologici in trattamento attivo con disabilità che impediscono l’accesso agli ambulatori per limitazioni legate alla patologia stessa, al trattamento o altre comorbidità non strettamente legate al tumore, ma altrettanto invalidanti. «Con questa donazione, Varese per l’Oncologia dimostra sempre più attenzione e vicinanza alle persone, che vengono curate, e agli operatori del Day Hospital oncologico, impegnati ogni giorno in un lavoro delicato e di grande sensibilità», ha spiegato Carlo Lucchina, Presidente dell’Associazione.

«C’è un legame che resta, tra i pazienti che passano dal reparto e il reparto stesso, come dimostra questa donazione in ricordo di Lorena Tomasetto. Varese per l’Oncologia vive proprio di questo legame, raccoglie questo patrimonio di affetto e riconoscenza, di apprezzamento e rispetto, e lo rimette in circolo a favore degli operatori e degli altri pazienti. E i risultati ci sono, sono concreti come questi carrelli, ma anche come la cura che Homcology porta a casa dei pazienti. A questo proposito, Regione Lombardia, grazie alla sensibilità del Presidente Fontana e dell’Assessore Bertolaso, ha stanziato con una DGR del 28 dicembre, 100mila euro per potenziare questo servizio così prezioso». 

«Lorena è stata curata nella struttura di Oncologia di Varese», spiegano i famigliari di Lorena Tomasetto, alla cui memoria è dedicato uno dei carrelli donati. «La cosa che ha lasciato il segno è l’importanza che ogni volta gli operatori dedicavano non alla malattia, ma a lei, in quanto persona. È da questo rispetto per ciò che è un paziente che si alimenta l’affetto e la gratitudine per il reparto».

«Ringrazio vivamente, anche a nome di tutto il personale del reparto, Varese per l’Oncologia – dichiara il Prof. Francesco Grossi, Direttore dell’Oncologia varesina – Per il personale medico e infermieristico presente negli ambulatori è indispensabile avere sempre gli strumenti a portata di mano e in ordine. Gesti come questo contribuiscono a rafforzare il legame tra il territorio e il proprio Ospedale».  

«In un ambito come l’Oncologia – tiene a sottolineare il Direttore Generale di ASST Sette Laghi, Gianni Bonelli – è ancora più importante che la cura si rivolga alla persona nel suo complesso. Non solo, deve abbracciare la famiglia del paziente, che si trova spesso ad affrontare difficoltà psicologiche e logistiche. È quindi ancora più importante il ruolo del Terzo Settore e di Varese per l’Oncologia in particolare. E non mi riferisco solo a queste donazioni, che certamente aiutano l’attività di reparto, ma anche a servizi preziosissimi come l’Homcology, avviato e proseguito proprio grazie a Varese per l’Oncologia, e al servizio di trasporto dei pazienti che altrimenti avrebbero difficoltà a raggiungere l’Ospedale per sottoporsi alle sedute di chemioterapia. insomma, con Varese per l’Oncologia abbiamo un paradigma del ruolo più maturo del terzo settore a supporto della sanità e dei pazienti».

Homcology

Homcology è un progetto, di cure simultanee, rivolto a pazienti oncologici con limitazioni fisiche, sociali, logistiche che ne limitano l’accesso all’ambulatorio o al Day Hospital. La difficoltà o l’impedimento al raggiungimento dell’ambulatorio o Day Hospital può compromettere la continuità delle cure e la prognosi. I pazienti devono avere una spettanza di vita di almeno sei mesi ed i trattamenti prevedono terapie orali o iniettive per via intramuscolare o sottocutanea, tutti ricevono inoltre la migliore terapia di supporto. Il team multidisciplinare comprende tre oncologi, quattro infermieri, uno psicologo ed un fisioterapista. Il progetto è rivolto a pazienti oncologici che afferiscono ai presidi ospedalieri della Asst Sette Laghi, Cittiglio, Luino, Tradate e Varese. In circa 5 anni di attività sono stati curati 188 pazienti di età compresa tra 38-87 anni. Sono stati effettuati, ogni anno, circa 300 accessi infermieristici e 200 accessi medici.25 pazienti hanno ricevuto un trattamento fisioterapico al domicilio e 15 pazienti hanno ricevuto regolarmente la visita dello psicologo. I pazienti hanno ricevuto efficaci trattamenti in tutta sicurezza, nessun paziente ha cessato volontariamente le cure. Una buona relazione terapeutica tra il paziente e l’equipe ha permesso di ottenere una ottima adesione alle cure ed un alto grado di soddisfazione da parte dei pazienti e della famiglia. La visita periodica a domicilio dell’infermiere o del medico ha permesso di mantenere una buona qualità di vita, un migliore controllo dei sintomi ed ha reso possibile intercettare tempestivamente l’aggravamento clinico avviando il percorso di cure palliative domiciliari senza che si rendesse necessaria l’ospedalizzazione. Solo il 18 % dei pazienti ha dovuto essere ricoverato, il 44% ha interrotto le cure oncologiche ed ha proseguito il percorso di cure palliative domiciliari o in hospice, il 37% è deceduto al domicilio. L’integrazione tra terapia di supporto e cure oncologiche a domicilio, in un setting definito di pazienti, è in grado migliorare la efficacia della cura garantendo continuità e qualità di assistenza contribuendo altresì al contenimento dei costi delle cure. L’implementazione di questo progetto assistenziale potrebbe permettere di raggiungere un numero maggiore di pazienti fragili per patologia o residenti in aree più periferiche dei distretti afferenti all’Asst Sette Laghi.

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