Un premio Nobel nella fabbrica dei laser, eccellenza di Samarate

mourou samarate severgnini

SAMARATE – Se ci si scambia tranquillamente due chiacchiere, con Geràrd Mourou, sembra di parlare con chiunque tranne che con un fisico. E men che meno con un Premio Nobel: su di lui, le prime voci nei motori di ricerca rimandano a un goliardico video in cui canta e balla con i colleghi per promuovere un progetto. E se gli si chiede delle sue passioni, insieme alla fisica ovviamente, parla del nuoto. È il Geràrd Mourou uomo, più che lo scienziato insignito del Nobel per la Fisica lo scorso dicembre, quello che si è presentato oggi 11 gennaio alla Quanta System di Samarate, intervistato da Beppe Severgnini.

Il Nobel è per la società

«Cosa stava facendo quando ha saputo del Nobel? – Nuotavo». E sempre nuotando o sciando il professor Mourou afferma di aver avuto le sue idee migliori. «Ho sempre avuto la passione per la fisica, ma non è che uno dice “vorrei andare sulla Luna” e poi ci riesce. A me è capitato di vincere il Nobel, ma forse ci avrò pensato la prima volta dieci anni fa al massimo. In generale la vera differenza la fa amare il tuo lavoro». Estremamente autoironico («Mi ha conquistato con il video in cui balla» confessa Severgnini), e soprattutto pieno di ogni esperienza in giro per il mondo: «Mi ha arricchito andare negli Usa così come tornare. Non sento mai la mancanza dei luoghi che lascio: mi sento parte del mondo». Parlando più strettamente di fisica e degli impulsi laser ultracorti ad altissima intensità che gli sono valsi il Nobel, incalzato da Severgnini Mourou ammette che «se chiedessi a questa platea il significato della parola “laser”, nessuno saprebbe dirmi che è un acronimo». Ma le scoperte nel campo della fisica permetteranno applicazioni sempre più strabilianti, anche se il loro senso non è alla portata di tutti: ecco così che il Nobel «è sì un premio all’uomo, ma vale per tutta la società, così come la scienza».

Da Samarate al mondo

E di certo tutto il lavoro di Mourou è di fondamentale importanza oltre che di ispirazione per la Quanta System che lo ha accolto oggi nella sede di Samarate. erano presenti anche il sindaco della città Alessandra Cariglino, l’onorevole Leonardo Tarantino, il console generale di Francia Cyrille Rogeau, insieme ai dipendenti e i fisici dell’azienda, leader nel mondo nella creazione di laser per la chirurgia, per la medicina estetica (i due settori che rappresentano la porzione di mercato più ampia) e per il recupero di opere d’arte, un settore minore ma motivo di profonda soddisfazione per la Quanta che con i suoi laser ha contribuito al restauro di capolavori come il David di Donatello, il Duomo di Milano, il Partenone e la Porta di Brandeburgo. È stata per questo «motivo di orgoglio – dicono dalla Quanta – la presenza, oggi, di una persona che vincendo il Nobel rimarrà nella storia, e che ha scelto di visitare un’azienda nata in fondo da una piccola cantina: il professor Mourou ci ispirerà sempre, motivandoci a sfidare i nostri limiti». Il meglio deve ancora venire, nella scienza come nella vita, e Mourou ne è convinto: il segreto però «è fare ciò che si ama, a 20 come a 80 anni, a prescindere dal mestiere che si sceglie. Soltanto così si può essere felici».

 

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