CARDANO AL CAMPO – Quando Laura Prati aprì a Cardano il primo centro di ascolto per donne vittime di violenza domestica a livello provinciale – era il 2006 – la società non era ancora pronta ad affrontare un fenomeno di cui, forse, si sta cominciando a prendere coscienza soltanto ora. Laura Prati, ai tempi vicesindaco con delega alle Pari opportunità, parlava già allora di femminicidi, e cercò, partendo dalla sua piccola realtà, di contrastarli. Oggi, 2 luglio, nel settimo anniversario dell’agguato in municipio che costò la vita all’indimenticata sindaca, l’amministrazione comunale le ha dedicato in piazza Mazzini la panchina rossa, simbolo della lotta contro la violenza di genere.
Più forti della follia
Sette anni dopo amici, concittadini, amministratori del territorio, compagni e avversari politici, ma soprattutto tante persone comuni si sono ritrovate per ricordare Laura. «C’è una pagina di storia di Cardano al Campo che nessuna pandemia può cancellare», ha detto il sindaco Maurizio Colombo durante la commemorazione ufficiale. «Siamo qui per non dimenticare una mamma e una donna delle istituzioni che ha sempre lottato per i valori della giustizia e della legalità. Idee e istituzioni sono più forti di follia e criminalità». Colombo ha rivolto un saluto anche a Costantino Iametti, presente in piazza Mazzini, sopravvissuto ai colpi di pistola che gli si conficcarono in pancia il 2 luglio del 2013.
Una donna con la D maiuscola
Sono intervenuti anche il vicesindaco Valter Tomasini, che ha definito Prati «una donna con la D maiuscola», l’assessore alle Pari opportunità Meri Suriano e le rappresentanti di Eva onlus e Filo Rosa Auser, associazioni in prima linea a difesa delle donne vittime di violenza. Non potevano certo mancare Massimo Poliseno, figlio di Laura Prati e attuale consigliere comunale di opposizione, e la senatrice Erica D’Adda, amica della sindaca cardanese da sempre impegnata a tenere vivo il suo ricordo. Nel video i loro contributi.