Vaccini per tutti, ma a singhiozzo: 400 mila dosi per Ats Insubria

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VARESE – «Abbiamo richiesto a Regione Lombardia 400 mila dosi per la campagna antinfluenzale. Le prime 100 mila dosi saranno a disposizione nei primi giorni di settimana prossima. Le restanti arriveranno in tempo per portare a termine la campagna nei primi giorni di dicembre». A dare garanzie e rassicurazioni che ci sarà “vaccino per tutti” sono i vertici di Ats Insubria durante la conferenza stampa di oggi, giovedì 15 ottobre, convocata per lanciare la campagna contro l’influenza nell’anno più complicato per via della diffusione del Covid che ripreso a correre.

Campagna a singhiozzo: le date

Insomma, i vaccini ci sono, ma il quantitativo stimato necessario non sarà tutto disponibile per l’inizio della campagna. Che partirà “sfalzata” a Busto rispetto a Varese. E verrà portata avanti, come spiegato dai direttori dei dipartimenti di Ats e confermato anche dal consigliere regionale Emanuele Monti, in almeno tre fasi. Ovvero, in linea di massima si parte tra fine ottobre e i primi di novembre. Poi a metà e a fine novembre. Per la precisione: il 30 ottobre, Asst Valle Olona, ha spiegato il direttore socio sanitario Marino Dell’Acqua, «inizieremo a vaccinare le donne in gravidanza e le puerpere, mentre il 16 novembre toccherà al personale sanitario e a tutte le altre categorie». Data confermata anche per l’Asst Sette Laghi, che però sulla base della disponibilità dei vaccini partirà il 3 novembre. I medici di base, invece, daranno il via alla campagna il 19 ottobre e partiranno con le persone considerate più a rischio e sulla base delle prime disponibilità.

Monti e la disponibilità regionale

All’incontro è intervenuto anche il consigliere regionale Emanuele Monti, presidente della commissione Sanità, il quale da parte sua ha cercato di spiegare e spegnere le polemiche sulle modalità d’acquisto delle dosi vaccinali da parte di Regione Lombardia. «E’ inutile strumentalizzare le tempistiche delle vaccinazioni e di chi si vaccinerà a fine ottobre, piuttosto che a metà o a fine novembre. La realtà – ha spiegato Monti – è che i vaccini sono a disposizione in quantità necessaria. Non sono, infatti, convinto che i 3 milioni di vaccini acquistati saranno tutti utilizzati». E sul tema degli acquisti: «Mercoledì prossimo ci sarà un’audizione in commissione Sanità di Regione Lombardia con Aria, che approfondirà la questione e darà tutte le spiegazioni del caso. A quel punto si capirà se ci sono o meno responsabilità. Di certo però, le criticità si sono verificate poiché ogni Regione si è approvvigionata da sé. Se invece, come richiesto da Regione Lombardia, si fosse fatta una gara su scala nazionale sarebbe stato tutto molto più semplice».

Campagna su Varese e Como

Il direttore socio sanitario di Ats Insubria Giuseppe Catanoso ha sottolineato «l’importanza di aderire alla campagna vaccinale, soprattutto quest’anno. L’obiettivo è quello di coinvolgere il maggior numero di persone. Vaccinarsi significa poi “alleggerire” l’attività dei medici di base e quella dei pronto soccorso in una stagione di emergenza sanitaria da Covid».

A dare notizie rassicuranti è stata prima Annalisa Donadini, direttore del dipartimento Igiene e Prevenzione: «Abbiamo lavorato per costruire una rete territoriale poiché le vaccinazioni saranno più impegnative rispetto al passato. Come Ats ci approvvigioneremo con 400 mila dosi»; e poi Mariacristina Della Rosa, direttore dipartimento Cure Primarie: «Le prime 100 mila saranno a disposizione già da settimana prossima sebbene in maniera frazionata. A metà novembre arriveranno anche le dosi rimanenti così da completare la campagna entro dicembre. I vaccini ci sono e i medici avranno le dosi per tempo. Si parte dai soggetti maggiormente a rischio». Le categorie per le quali è consigliato in modo particolare vaccinarsi sono : gli over 65, i cittadini che presentano cronicità e i soggetti considerati fragili.

Le criticità dei medici in prima linea

A mettere sul tavolo le difficoltà di chi sta in prima linea è stato il medico di medicina generale Aurelio Sessa: «Ci saremmo aspettati di iniziare questa campagna con almeno un mese d’anticipo. Questo avrebbe potuto darci una mano a distinguere i pazienti affetti da influenza da quelli positivi al Covid. Questo perché sta arrivando la seconda ondata, oltre a pazienti con problemi respiratori causati da altri virus. Insomma circolano contemporaneamente più virus e questo non ci aiuta».

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