Serve una sanatoria per chi rifiuta AstraZeneca

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Egregio direttore,

ieri mattina mi sono recata al centro vaccinale di Angera, secondo il calendario della mia prenotazione, una perfetta struttura organizzativa dove sono stata accolta con tanta gentilezza, ma altrettanta fermezza nel decretare per me, da parte del medico vaccinatore, un solenne: ”AstraZeneca!”.

Eh sì, purtroppo il menù è cambiato: la scorsa settimana prevedeva Pfizer per tutti. Scoprire che non si tratta quindi di una somministrazione “raccomandata” per la fascia di età over 60, ma legata alla sorte, ha aggiunto l’ultima tessera al mio astramosaico la cui elaborazione ha avuto inizio nel mese di marzo, quando, assemblando notizia dopo notizia, mi sono convinta che non avrei mai accettato un vaccino a vettore virale. Non ho sottratto al medico vaccinatore tempo prezioso, risparmiandogli il rituale del convincimento e, senza un attimo di esitazione, ho firmato il mio “No”.

Ora, dalla mia posizione di ultima in coda, auspico che, nell’Italia delle sanatorie, qualcuno trovi una soluzione per chi, come me, vuole vaccinarsi, ma è costretto a convivere con la paura del covid e la paura di una reazione avversa dell’organismo a un tipo di vaccino che dal covid deve salvare.

A.M.
Somma Lombardo

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