Malpensa, i sindaci del Cuv preoccupati. Montagnoli: «Priorità alla crisi del lavoro»

MALPENSA – Il disagio occupazionale e l’attenzione sulla delocalizzazione degli immobili. Ma anche i pro e i contro del settore cargo, l’espansione del sedime aeroportuale con il Masterplan e il fattore green, con un focus sul discusso progetto ferroviario per unire Gallarate e il terminal 2 di Malpensa. A fare il punto della situazione sullo scalo della brughiera e tutto ciò che lo circonda è Fabio Montagnoli, presidente di turno del Cuv e sindaco di Arsago Seprio. In tempo di Covid, si prova a cercare una luce con la riapertura delle attività. E magari a una ripartenza in tempi brevi anche del traffico aereo. Ma è ancora presto per accantonare i timori che (soprattutto) nell’ultimo anno si sono accumulati: «Alcune situazioni sono ancora preoccupanti».

La crisi lavorativa e l’inquinamento acustico

L’attuale presidente del Cuv parte da uno dei temi più sentiti, quello del lavoro. Dipendenti dell’aeroporto e dell’indotto soffrono ancora la crisi Covid. «Ci stiamo attivando per risolvere questo grande problema: è noto che intere famiglie vivono grazie all’attività di Malpensa e al momento la situazione è ancora allarmante». L’augurio, ora, è che «con una graduale ripresa del traffico aereo anche tutte le attività connesse possano riprendersi. Noi continueremo a cercare una soluzione». Ma se il flusso di passeggeri, si sa, è drasticamente crollato del 75% nell’ultimo anno, diversamente è andata per il cargo. «Sappiamo tutti che il settore merci ha visto addirittura una crescita. Ma molti problemi persistono». Il riferimento va all’inquinamento acustico, da sempre un chiodo fisso per alcuni Comuni in particolare, come Somma Lombardo, Casorate Sempione e, appunto, Arsago. «Siamo coscienti che cambiare le traiettorie degli aerei è impossibile. Quindi è importante concentrarsi su soluzioni diverse, a partire da aeromobili di ultima generazione che riducano i disagi dei rumori».

Delocalizzazione ed effetto Masterplan

Non meno importante la questione delocalizzazione, dopo che diversi edifici delle delle zone intorno all’aeroporto erano state svuotate con l’avvento di Malpensa 2000. In alcuni Comuni, come Somma e Lonate Pozzolo, sono partite le permute di alcuni immobili. Infatti, sono stati raggiunti accordi con i proprietari che hanno dato il via a nuovi lotti di demolizione. Ma nonostante i passi avanti, «è importante proseguire con gli interventi necessari».
Fra le preoccupazioni, anche l’espansione del sedime aeroportuale con il Masterplan: «Noi continuiamo a ribadire che è utile sfruttare le strutture presenti: alcune sono vuote, quindi non serve crearne di nuove e lasciare le altre in stato di abbandono: sarebbero delle cattedrali nel deserto».

Tutelare sempre l’ambiente

Resta prioritario l’impegno green, che sembra mettere tutti d’accordo, dai vertici di Sea ai sindaci del Cuv. Intanto, Montagnoli conferma che «l’attenzione per l’ambiente deve essere massima». Ben venga l’inclusione degli studenti per riqualificare le aree verdi dell’aeroporto, «ma ora è necessario proseguire in questa direzione. E non solo in aeroporto, ma anche fuori per creare una sorta di armonia sostenibile». In questo senso, spicca la questione bollente della ferrovia Malpensa T2-Gallarate. «Come sindaco di Arsago non vengo direttamente toccato dal progetto. Ma come presidente del Cuv non posso non notare che l’impatto ambientale potrebbe essere non indifferente». Ecco perché «bisogna sperare che sia compreso anche un piano di riqualificazione che deve essere perfetto». Il motivo è chiaro: «L’ambiente va sempre tutelato».

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