Dalla mostra al libro: l’arte svelata nel palazzo della Questura di Varese

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Un gruppo in visita alla mostra allestita nel 2022-23 nella Questura di Varese, a cui fa seguito ora un volume

VARESE – Sarà presentato venerdì 10 maggio alle 18 in Sala Montanari a Varese “L’arte svelata nel palazzo della Questura di Varese”, volume che prende spunto dalla mostra omonima che la Questura di piazza Libertà ha ospitato dall’11 novembre 2022 all’11 giugno 2023. Gli autori del libro sono Serena Contini, curatrice della mostra, ed Enzo Laforgia, assessore alla cultura del Comune di Varese (qui la loro presentazione del volume). Alla serata di venerdì interverrà in qualità di relatore Antonio Orecchia, docente di Storia contemporanea all’Università dell’Insubria.

Dalla mostra al libro

La mostra che si è svolta presso quello che fu il Palazzo Littorio di Varese, ora l’attuale sede della Questura, ha permesso di riscoprire l’edificio caratterizzato dall’ architettura di Mario Loreti, dall’arte decorativa di Guido Andlovitz e dall’estro pittorico di Giuseppe Montanari, grazie alla valorizzazione dei documenti tratti da vari archivi, in particolar modo dall’Archivio Montanari e dall’Archivio Loreti e ad una lunga e attenta ricerca nei diversi ambiti disciplinari. A coronamento del progetto scientifico e del successo di pubblico e critica che ne è scaturito fa seguito ora il volume, che contiene un ampio repertorio di contributi che si propongono come un primo approfondimento sulla genesi, la funzione, le scelte stilistiche e architettoniche e la retorica figurativa e spaziale dell’edificio.

I contenuti del volume

Enzo Laforgia ha ricostruito le tappe che portarono alla nascita della nuova unità amministrativa varesina e le ricadute che questo avvenimento ebbe sulla trasformazione urbanistica della città. Luca Traini ha voluto delineare profilo e funzioni della Casa del Fascio quale nuova tipologia architettonica, disseminata un po’ dappertutto nell’Italia fascista. Roberto Nessi ha preso in esame la realizzazione dell’edificio varesino, svelando le ragioni tecniche e stilistiche, che furono alla base delle scelte strutturali ed estetiche dell’architetto Mario Loreti. Serena Contini ha raccontato l’arte del pittore Giuseppe Montanari a partire dagli esordi, soffermandosi sulla sua variegata produzione ad affresco negli anni Trenta e Quaranta. Maria Partola ha vagliato la produzione artistica di Montanari influenzata dalle esigenze encomiastiche del momento storico. Anna Pariani ha evidenziato la funzione celebrativa del Sacrario analizzando le decorazioni e i motti presenti. Enrico Brugnoni ha esaminato dal punto di vista tecnico le ceramiche create dal designer Guido Andloviz, che decorano questo stesso ambiente. Rossella Bernasconi ha descritto il processo di restauro dei due affreschi di Montanari collocati nella Sala delle Adunanze, ora Sala mensa della Questura. Giorgio Fedeli infine ha curato il profilo biografico ed artistico di Giuseppe Montanari, che molte tracce ha lasciato a Varese, sua città di elezione.

La prima “Questura-museo”

«Il dialogo tra le Istituzioni si rivela un efficace strumento per la realizzazione di progetti di ampio respiro non altrimenti ipotizzabili – commenta il sindaco Davide Galimberti – questo volume, che vede l’interazione del Comune di Varese e della Questura, con il patrocinio della Provincia di Varese, pubblicato grazie al supporto economico di Fondazione Cariplo, di Fondazione Comunitaria del Varesotto e di Varesevive, si può considerare l’atto conclusivo di un percorso articolato». Sottolinea la sinergia tra tante diverse realtà anche il questore di Varese Michele Morelli, che ricorda la fortunata esperienza della mostra. «A memoria, la prima Questura trasformata in museo in Italia. La finalità dell’iniziativa, pienamente riuscita, è stata quella dapprima di far conoscere e valorizzare il patrimonio artistico di Palazzo Italia, attraverso le visite agli affreschi e al Sacrario e l’esposizione del materiale originale dell’epoca riferito ai lavori preparatori delle opere, coniugando il tutto con l’intento di avvicinare la collettività alle competenze ed all’organizzazione della Polizia di Stato».

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