Altri guai per Riccardo Bossi, a processo a Varese per maltrattamenti alla madre

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VARESE – Violento con la madre, alla quale aveva chiesto ospitalità dopo essere stato sfrattato. Una convivenza difficile, segnata da continue richieste di denaro da parte del figlio e nei confronti del genitore, che per gli insulti e le percosse che avrebbe subito è ora persona offesa in un processo per maltrattamenti in corso in Tribunale a Varese. L’imputato, già coinvolto in diverse vicende giudiziarie, è Riccardo Bossi, figlio primogenito del senatùr Umberto.

Davanti al giudice

I fatti al centro del processo per maltrattamenti risalgono al 2016, ma il procedimento a carico di Bossi, 45 anni compiuti di recente, si è aperto soltanto oggi – mercoledì 8 maggio – davanti al giudice, dove le parti hanno presentato le rispettive richieste di acquisizione prove in vista dell’inizio del dibattimento.

Mani addosso e fuga da casa

Tra gli episodi contestati dalla Procura a Bossi – che invece nega ogni addebito – ci sono come detto delle incessanti richieste di denaro avanzate alla madre, con scatti d’ira che in un caso avrebbero portato l’imputato a mettere le mani addosso alla donna – che in quel periodo lo ospitava nella sua casa di Azzate – facendole sbattere la testa contro il muro; mentre in un’altra circostanza, gli insulti e il clima teso avrebbero spinto il genitore a fuggire di casa, pur di allontanarsi dal figlio.

Prosciolto per le minacce

Per un filone della vicenda, riguardante le presunte minacce del figlio alla madre, Riccardo Bossi è già stato prosciolto in udienza preliminare, dopo che il genitore aveva ritirato la querela sporta in precedenza. La convivenza tra i due è cessata a seguito dei fatti che sono oggetto del processo. Il dettaglio è emerso dall’udienza odierna, nella quale il pubblico ministero ha chiesto l’esame dell’imputato, che potrà decidere se recarsi in aula a fornire la propria versione dei fatti. Tra i testimoni citati c’è anche la persona offesa, che non si è costituita parte civile nel processo.

Il caso del Reddito di cittadinanza

Le ultime notizie di cronaca giudiziaria su Riccardo Bossi risalivano allo scorso mese di aprile, quando la Procura di Busto Arsizio ha chiuso le indagini a suo carico per truffa ai danni dello Stato. Secondo chi ha indagato, il primogenito del fondatore della Lega avrebbe percepito il reddito di cittadinanza senza averne diritto, per un totale di 43 mensilità da 280 euro. Soldi che servivano come sostegno per il pagamento dell’affitto, che Bossi – stando alla ricostruzione dell’accusa – non pagava. E per questo era stato sfrattato.

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