Malpensa T2-Gallarate, ok in conferenza servizi. Cassani: «Era già tutto deciso»

Ferrovia Malpensa T2 Gallarate

MALPENSA – Il progetto della ferrovia per collegare il terminal 2 di Malpensa con Gallarate ha superato la conferenza servizi, oggi 15 aprile. Il tema da affrontare era il perfezionamento dell’intesa Stato-Regione sulle aree demaniali, che ha portato al via libera da parte del Ministero. Un parere positivo che ora lascia l’amaro in bocca a Dimitri Cassani, sindaco di Casorate Sempione, tra i Comuni che fino ad ora si sono sempre opposti alla posa dei binari nella brughiera, soprattutto considerando che il 90% dei boschi casoratesi rischierebbe di essere così sacrificato. «Ho l’impressione, confermata anche dal capo dell’ufficio tecnico, che i documenti inviati non siano stati nemmeno letti». Sì, perché «questo risultato era stato già deciso due giorni fa». A rincarare la dose, l’assenza all’incontro di Parco del Ticino, «a nostro giudizio un interlocutore fondamentale». Il risultato: «Non siamo soddisfatti».

Un’assenza fondamentale

casorate sempione dimitri cassani sindacoLa conferenza è stata riaperta dopo il parere negativo dello scorso 20 gennaio. Era stato determinante il no di Casorate, che aveva messo sulla stessa linea di pensiero tutte le forze politiche del paese, sia la maggioranza che la minoranza di Casorate Aperta. Posizione che è stata, in ogni caso, ribadita. Ora però la questione è un’altra: «Abbiamo dovuto eccepire su una realtà formale». Infatti, Parco del Ticino non è stato invitato all’incontro «perché considerato un ente che ha solo un interesse di carattere ambientale», riporta Cassani. «Ma non è così: benché si parli di area demaniale, resta parte della cosiddetta Zona G1 del Parco». Questo implica «una competenza anche urbanistica, rendendolo un interlocutore essenziale per affrontare il tema della ferrovia in conferenza servizi». Di fatto, per il primo cittadino, questa assenza porta a «un vizio di forma che avrebbe dovuto rendere l’incontro nullo». E aggiunge: «Mi fa specie pensare che né Regione né lo Stato fossero a conoscenza di questo fatto».

Una decisione già presa

A rincarare la dose è «l’impressione che non siano nemmeno stati letti i documenti inviati dal Comune in vista della conferenza». Infatti, come specifica il sindaco, «già il 13 aprile era arrivata una risposta, in cui si diceva che il parere sarebbe diventato positivo: due giorni prima dell’incontro». Insomma, «diciamo che è stato usato il criterio secondo cui ciò che prevale è la posizione dello Stato». Non che non se l’aspettassero, ma un po’ di rammarico c’è. Ora, l’ultimo («vero») appiglio resta quella che in passato è stata definita la «data spartiacque» dall’assessore all’Urbanistica, Andrea Tomasini. Si tratta dell’11 maggio, quando il ricorso al Tar presentato dal Comune, insieme a Cardano al Campo, darà il suo esito. «Questa – conclude Cassani – era solo una conferenza strettamente tecnica, aspettiamo il tribunale per capire realmente come andrà a finire».

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