Rete4 torna sulla villa occupata dal 2011 a Rescaldina. Ielo: «Delicato caso sociale»

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RESCALDINA – La trasmissione tv “Fuori dal coro” riaccende i riflettori su villa Saccal (nella foto), l’immobile storico di Rescaldina occupato abusivamente dalla stessa persona 13 anni fa. Dopo la puntata di settimana scorsa, Rete4 tornerà a parlarne questa sera, mercoledì 8 maggio, nel programma condotto da Mario Giordano. All’approssimarsi del servizio che sarà trasmesso in prima serata, il sindaco Gilles Ielo, ricandidatosi alle Amministrative dell’8 e 9 giugno, ha voluto precisare la sua ricostruzione dei fatti: di seguito, una sintesi di quanto da lui pubblicato sul proprio profilo social.

Il sindaco: «Questione gestita male in passato»

In queste lunghe interviste ho ammesso che tollero l’occupazione della villa, ma ritengo riduttivo riportare solo questa mia dichiarazione a fronte del fatto che ho anche descritto compiutamente la genesi di questa situazione, gli approfondimenti, le indagini e le valutazioni fatte, ma soprattutto ho evidenziato le responsabilità e gli strumenti in capo al sindaco e la loro reale efficacia per affrontare tali situazioni. 

Tutto inizia nel 2011 quando il soggetto, cittadino residente, lavoratore, con pieni diritti, in un lasso di tempo brevissimo si è ritrovato dapprima a perdere il lavoro, poi la casa e dopo alcuni anni i diritti di cittadino, non riuscendo, per la perdita dei requisiti necessari di cui sopra, a rinnovare i propri documenti. In principio però questo soggetto poteva essere aiutato quando, ancora residente, era stato preso in carico dai servizi sociali; fu invece “parcheggiato” temporaneamente (4 anni), con il beneplacito degli allora sindaco e responsabile dell’ufficio servizi sociali, nello scantinato del centro medico di via Tintoretto, locale che non aveva requisiti abitativi idonei. Cambiata l’amministrazione e rilevata la situazione, fu emessa una prima ordinanza di sgombero, cui ne segui una seconda e con una procedura durata circa due anni furono liberati i locali, poi riqualificati a spese del Comune e assegnati quali sede sociale ad una associazione sportiva: era il 2016. 

Situazione sempre monitorata

Per due anni il soggetto lasciò il territorio, fino al 2019, anno in cui si ripresentò. Cancellato dall’anagrafe cittadina per irreperibilità, il soggetto non può più essere preso in carico dai servizi sociali e qualsiasi procedura o risorsa impegnata sarebbero illegittime e contestabili. Villa Saccal può essere descritta come la maxi villa storica del comune, tutti conoscono la sua storia, anche se in pochi hanno contezza di come il Comune ne sia diventato proprietario solo nel 2011. Nelle strette vicinanze della struttura fatiscente, in cui non vi è luce, acqua né gas, sono presenti un comparto commerciale, una scuola dell’infanzia e il Centro diurno disabili. 

Appena giunta notizia dell’occupazione ci siamo premurati, in collaborazione con le forze dell’ordine, di comprendere quali dinamiche si fossero insediate, con grande timore di presenze legate allo spaccio e al consumo di stupefacenti. Monitorata la situazione, anche attraverso telecamere mobili, abbiamo appurato che sul piano della sicurezza erano scongiurate talune dinamiche, rilevando tuttavia una situazione di forte disagio sociale. Ho voluto incontrare personalmente il soggetto per comprendere e conoscere la realtà di un percorso avviato per giungere alla completa regolarizzazione e per questo è stato da me indirizzato all’ufficio stranieri di Legnano per essere affiancato nell’iter burocratico, ancora in corso dopo anni.

Lo sgombero? Costoso e inutile

A differenza di quanto accaduto nel 2016, ho valutato che un’ordinanza di sgombero dello stabile comporterebbe trovare le risorse necessarie per una sua completa ed efficace chiusura, quando facciamo fatica a trovarle per le manutenzioni ordinarie; non risolverebbe inoltre la situazione dal punto di vista sociale e il soggetto riceverebbe il cosiddetto “foglio di via”, per cui sarebbe tenuto a lasciare in modo volontario e spontaneo il territorio comunale, con un’alta probabilità di una sua permanenza. 

Oggi si cerca di screditare il mio operato e quello dell’amministrazione facendo leva sul tema della legalità. Certo il reato c’è e non può essere negato, tuttavia nessuno potrà mai convincermi di non aver agito nel pieno interesse della collettività. Non sarà una trasmissione televisiva a farmi dubitare di aver amministrato senza aver perseguito i valori di legalità e onestà, ma soprattutto a farmi cambiare l’approccio che ho cercato e cercherò sempre di mantenere, nel rispetto delle regole, UMANO.

Sempre convinto del mio operato

Tollerare non credo sia un difetto, tutt’altro: è la capacità di comprendere, resistere pazientemente a situazioni spiacevoli adoperandosi per superarle e risolverle. In un paese con beni confiscati alle mafie e personaggi che in questa settimana sono stati arrestati per riciclaggio di denaro per la ’ndrangheta, il caso Saccal non è una questione di legalità, ma un tema sociale.

La povertà non è e non deve essere miseria. Può diventarlo solo se perdiamo umanità nell’avvicinare le persone in difficoltà, gli ultimi, gli invisibili.

Gilles Ielo

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