La Valle di Ezechiele chiama, il territorio risponde. Prima commessa da Gorla Maggiore

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FAGNANO OLONA – «Questo è un piccolo inizio anche se celebrato in maniera così sontuosa. Ci auguriamo che, come ha detto la Ministra Cartabia, possano esserci mille storie come quella del nostro dipendente numero 1, Bayoussef. Che trova qualcuno ad attenderlo fuori dal carcere dopo aver espiato la sua pena e si reinserisce nella società iniziando una nuova vita. Queste sono storie di giustizia vera». Don David Maria Riboldi, cappellano del carcere di Busto Arsizio e tra le principali anime della Cooperativa La Valle di Ezechiele, che d° lavoro ad ex detenuti.

L’impegno del territorio

Un’opportunità nella quale la Valle Olona ha creduto. E in particolare ci ha creduto il Comune di Gorla Maggiore che a La Valle di Ezechiele ha affidato la commessa numero uno. «Si tratta di un progetto di dematerializzazione – spiega il sindaco di Gorla Maggiore Pietro Zappamiglio – In questo momento gli uffici tecnici comunali hanno bisogno di dare una risposta ai numerosi accessi agli atti a seguito del super bonus 110. Oggi partiamo con un progetto pilota che si riferisce a 10 anni di pratiche edilizie: dal 1970 al 1980. Realtà come quella de La Valle di Ezechiele hanno una funzione fondamentale per tutta la società. Il territorio deve affiancarle e sostenerle sempre».

La nostra ripartenza

Il perché lo racconta Youssef, in Italia dal 202, ristretto nel carcere di Busto Arsizio nel 2018. Qui ha scontato la sua pena. «Qui – ha raccontato – Un giorno ho incontrato don David. Mi ha parlato di questo progetto. Io ci ho pensato. Un lavoro, una nuova occasione. E subito ha fatto domanda, attraverso la responsabile dell’area trattamentale, per poterne fare parte. L’11 novembre 2020 sono uscito dal carcere di Busto. E ho trovato don David ad aspettarmi per accompagnarmi a casa. Il 23 novembre 2020 ho firmato il mio contratto con la Cooperativa. E oggi è bellissimo vedere il nostro luogo di lavoro così pieno di gente. E’ una ripartenza per me e per tanti altri altri. Questa è la nostra seconda famiglia».

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