Il ministro Cartabia a Fagnano: «La pena come cura e la funzione decisiva del lavoro»

FAGNANO OLONA – «La pena come cura, non come vendetta. Una cura che salva insieme il colpevole e la città». Il ministro della Giustizia Marta Cartabia ha inaugurato oggi la coopertiva La Valle di Ezechiele, fortemente voluta dal cappellano del carcere di Busto Arsizio don David Maria Riboldi, che offre possibilità di lavoro ad ex detenuti e che a Fagnano Olona ha trovato casa. Il Guardasigilli ha fatto il suo ingresso nella struttura di via Colombo alle 10.40 di oggi, lunedì 25 ottobre, puntualissima.

La pena non è vendetta

Dopo l’intervento del cantautore laghèe Davide Van De Sfross, «Ho suonato in sei carceri e mi sono fatto un’idea di questa realtà – ha detto Van De Sfross – A tutti noi capita un giorno di pioggia. Per qualcuno è addirittura una tempesta, un uragano. Chi cade merita l’occasione di rialzarsi. E realtà come La Valle di Ezechiele sono di importanza vitale perché questa possibilità la offrono», ha preso la parola l’avvocato Filippo Germinetti, presidente della Cooperativa. «Non dobbiamo mai dimenticare – ha detto – che le condanne sono in nome del popolo italiano. Non del ministero, non del tribunale, ma del popolo italiano. La condanna porta alla necessaria esclusione di chi la deve scontare dalla vita sociale con il fine di rieducarlo e di poterlo reinserire. E il lavoro, in questo processo, è fondamentale».

Il lavoro è decisivo

La funzione del lavoro «E’ decisiva – ha rincarato il ministro Cartabia stringendo le mani di Bayyoussef non senza commozione al termine della testimonianza del primo ex detenuto della casa circondariale di Busto Arsizio contrattualizzato da La Valle di Ezechiele – Abbiamo appena ascoltato questa particolare storia di rinascita – ha proseguito il Guardasigilli – Tanti i fattori che hanno contribuito a questa rinascita. Il percorso personale che è di certo insostituibile. E un incontro. L’incontro forse casuale tra don David e Bayoussef; sei minuti circa che hanno dato al detenuto una prospettiva oltre la pena. Quando è uscito dal carcere sapeva che c’era qualcuno ad attenderlo. E questo ha fatto la differenza».

Il sovraffollamento del carcere di Busto

Il ministro, prima dell’arrivo a Fagnano Olona, ha visitato il carcere di Busto incontrando il direttore Orazio Sorrentini e la Polizia Penitenziaria. Sul fronte sovraffollamento ha ipotizzato nuove assunzioni e un migliore utilizzo delle misure di sorveglianza alternative. Sul fronte aggressioni agli agenti della Polizia Penitenziaria, fenomeno purtroppo diventato frequente e molto spesso dovuto alla presenza nelle strutture carcerarie di detenuti con problemi psichici che dovrebbero essere ristretti altrove, il Ministro ha spiegato di essere ben consapevole della carenza delle Rems.

Ossigeno per il Governo

Il Guardasigilli ha detto di aver trovato «Un mare di bisogni affacciandosi alla realtà delle carceri. Un mare di bisogni sotto ogni aspetto. Realtà come quella che ho conosciuto oggi sono ossigeno per il Ministero. Ossigeno per il governo. Sono un ponte che consente di guardare oltre il fine pena. Da qui inizia la speranza di una vita diversa. Lavoreremo perché vi siano una, dieci, venti, mille storie come quella ascoltata da Bayoussef».

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