L’Himalaya di Bongiorno trionfa a Varese Archeofilm, premio di pubblico e giuria

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VARESE – Si è conclusa ieri, domenica 5 settembre, la quarta edizione di Varese ArcheoFilm, rassegna internazionale del cinema di archeologia, arte, ambiente, etnologia, con la vittoria del documentario “Songs of the Water Spirits” di Nicolò Bongiorno, regista figlio del celebre Mike. L’ultima giornata, dedicata alla premiazione e ai filmati fuori concorso incentrati sulla retrospettiva del lavoro degli archeologi ed etnologi varesini Angelo e Alfredo Castiglioni, ha registrato, come per le precedenti, il tutto esaurito. «Un risultato non scontato – così Marco Castiglioni, organizzatore del festival insieme a Dario Di Blasi e Giulia Pruneti – in un periodo nel quale offrire eventi culturali che richiamano un grande pubblico richiede un grande sforzo organizzativo e prevede delle stringenti limitazioni per garantire la sicurezza sanitaria».

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I premi “Città di Varese” e “Alfredo Castiglioni”

«L’edizione 2021 di ArcheoFilm è andata davvero bene, registrando il soldout in ogni serata», ha espresso soddisfazione Castiglioni. «E ha vinto meritatamente entrambi i premi un film che è un capolavoro del cinema documentaristico». Al termine della prima proiezione “L’Eldorado dei Faraoni”, che ha raccontato la storia dell’oro ricostruita grazie alle ricerche compiute dai Castiglioni nel deserto nubiano sudanese, si è tenuta la cerimonia di premiazione che ha visto trionfare “Songs of the Water Spirits”: si è aggiudicato sia il premio “Città di Varese”, attribuito dalla giuria popolare, sia il premio “Alfredo Castiglioni”, intitolato alla memoria del ricercatore scomparso nel 2016, e conferito dalla giuria tecnica composta dal fratello Angelo, archeologo, etnologo, scrittore, cineasta e documentarista, da Matteo Inzaghi, direttore di Rete55 nonché critico cinematografico, da Diego Pisati, già responsabile per lunghi anni della sezione cultura de La Prealpina e da Giulio Rossini, anima di Filmstudio 90 e del cinema di qualità a Varese.

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Una riflessione sul futuro del mondo

L’opera di Bongiorno si è contraddistinta, come riportato nella motivazione della giuria tecnica, “fin dalle prime sequenze per la capacità di immergere lo spettatore in una regione di spazi infiniti, senza confini. Un ambiente rimasto immutato nel tempo che non manca di sorprendere, se confrontato col nostro affannoso mondo tecnologico dove ciò che è nuovo oggi è obsoleto domani. Girato in un territorio di aspre montagne e di nevi perenni, il Ladakh è una remota regione che si snoda tra le catene montuose dell’Himalaya e del Karakorum.
Eppure, anche lì, il cambiamento climatico e l’inquinamento sono fonte di apprensione per le comunità locali. Mutamenti che il regista ha saputo mirabilmente evidenziare nelle inquietanti sequenze di cani randagi che si aggirano famelici tra incredibili distese di bottiglie di plastica alla ricerca di residui di cibo. Un mondo fermo nel tempo che viene sconvolto, ogni anno, anche dai rally automobilistici e motociclistici che sempre più frequentemente vengono organizzati tra questi monti, regno del vento e del silenzio.
Anche le interviste agli abitanti, che ci ricordano nei loro volti scavati l’asprezza delle montagne, sottolineano la nostalgia e il rimpianto dei tempi passati nonché la preoccupazione per i rapidi cambiamenti climatici, evidenziati dallo scioglimento sempre più rapido dei ghiacciai, riserve d’acqua che non assicurano più il rifornimento di questo elemento insostituibile. Un mirabile film, quello di Bongiorno, che ci accompagna tra valli e montagne ma, soprattutto, ci fa riflettere sul futuro del nostro mondo”. Il regista, presente alla premiazione, ha commentato che «la rassegna di Varese è una delle più belle a cui abbia partecipato e ricevere un premio nella città dei fratelli Castiglioni, maestri indiscussi nel campo dove anche io opero, è per me un grandissimo onore».

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Il podio e le menzioni speciali

Nel giudizio della giuria popolare “Songs of the Water Spirits” ha ottenuto una media pari a 9,2 su una scala da 1 a 10, mentre al secondo posto si è classificato “Gli ultimi segreti di Nazca” con 8,7 e sull’ultimo gradino del podio “70 milioni di mummie animali: il segreto oscuro dell’Egitto” con 7,6.
La giuria tecnica ha considerato altri filmati in concorso meritevoli di una menzione speciale: “Libri di sabbia”, del varesino Maurizio Fantoni Minnella, ha ottenuto il riconoscimento per l’attenzione riservata, attraverso un’accurata ricerca sul campo, ai “libri di sabbia che, conservati da umili bibliotecari, sono la testimonianza di una cultura antica di cui si è persa memoria. Una ricchezza del passato che, giustamente, l’Unesco ha annoverato tra i patrimoni dell’umanità”.
Anche a “Gli ultimi segreti di Nazca” è stata conferita una menzione speciale perché “l’opera di Jean Baptiste Erreca, analizzando numerose ricerche archeologiche, ricostruisce l’origine, nel deserto del sud del Perù, dell’immenso complesso di linee geometriche e dei misteriosi geoglifi visibili solo dal cielo, che ancora oggi destano meraviglia e curiosità. Sorprendenti le scoperte del direttore del Centro studi archeologici precolombiani e del Progetto Nasca, l’italiano Giuseppe Orefici, che ha saputo svelare nuove importanti informazioni su questa misteriosa civiltà. Il documentario, coinvolgente, mai scontato e montato con ritmo serrato, ci restituisce, attraverso delle splendide immagini, un mondo lontano nello spazio e nel tempo”.

Dal deserto all’era glaciale: ai Giardini Estensi le scoperte di Varese Archeofilm

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