
VARESE – La città avrà un nuovo teatro e sarà il Politeama. Ora è stato messo nero su bianco. Ed entro l’estate del 2024 si avrà il progetto esecutivo. Vidimato anche il finanziamento per completare il secondo lotto di lavori all’ex Caserma Garibaldi e confermata la modifica di viabilità su via Spinelli, la quale diventerà in gran parte pedonale. Con il mantenimento delle uscite e delle entrate al parking multipiano della Corti.

Tre punti importanti che sono stati fissati durante la riunione del Collegio di Vigilanza che nel pomeriggio di oggi, martedì 26 settembre, si è riunito sotto uno dei porticati dell’ex Caserma. Presenti i tecnici e tutti gli enti coinvolti nel corposo accordo di programma, ovvero: il Comune con il sindaco Davide Galimberti e gli assessori Andrea Civati (Lavori pubblici) ed Enzo Laforgia (Cultura); la Regione con l’assessore agli Enti Locali Massimo Sertori; la Provincia di Varese con il presidente Marco Magrini e la Fondazione Molina con il presidente Carlo Maria Castelletti.
Politeama sì, Apollonio addio
Ora è ufficiale: Varese avrà un teatro cittadino e sarà il Politeama. Passaggio importante quello del Collegio che di fatto ha sgomberato il campo da tutta una serie di ipotesi, anche suggestive, che negli anni si sono succedute. Non solo. Ma la conferma che il palcoscenico sarà quello di piazza XX Settembre di fatto farà calare il sipario dell’Apollonio. Quando? Non prima che si alzi il nuovo al Politeama. Insomma c’è tempo. Anche se il sindaco ha fissato una data importante: «Il progetto esecutivo sarà pronto entro l’estate 2024. Dopo di che ci vorranno i tempi di realizzazione e molto dipenderà dalla ditta che vincerà l’appalto». Cambio di scena vicino, insomma ma non vicinissimo.
Asse politico “Lega – dem”
Intanto però è stata fatta chiarezza. E su questo punto anche l’assessore regionale Sertori non ha avuto dubbi: «Conosco l’intera vicenda per averla seguita anche nel primo mandato Fontana. E mi piace ricordare che l’accordo di programma originario è stato sottoscritto quando Bobo Maroni era governatore della Lombardia e Attilio Fontana sindaco di Varese». Elegante l’assessore della Lega, che con due frasi ha reso onore al Barbaro sognante e ricordato la primogenitura leghista del grande progetto.
Ma se il Carroccio è stato la scintilla, le ruspe e le maestranze si sono mosse con l’amministrazione Galimberti. Che, tra l’altro, ha dovuto più volte rintuzzare le idee revisioniste sul comparto proprio dei leghisti varesini. E questa staffetta “verde – dem” sull’ex Caserma e nuovo teatro cittadino è stata sancita proprio all’ombra del porticato del primo piano della struttura che si affaccia su Piazza Repubblica. Ogni esponente istituzionale ha riconosciuto l’impegno dell’altro, al punto che gli interventi sono sembrati avere la medesima appartenenza: quella della città.
I quattrini
E se Regione, in termini di quattrini, ha fatto la parte del leone mettendo sul piatto 29 dei 40 milioni di euro necessari all’operazione, il Comune con 9 non si è tirato indietro e nemmeno la Provincia che qui mette 1 milione di euro «in accordo con Palazzo Estense – ha spiegato Magrini – poiché abbiamo dialoghi aperti anche su altri interventi». Senza dimenticare la Fondazione Molina, proprietaria del Politeama che ha messo il teatro «a disposizione della città e dei suoi cittadini per un grande progetto culturale». Stando ancora ai costi, occorre dire che i rincari hanno comportato una crescita a consuntivo di circa 15 milioni di euro rispetto al costo iniziale stimato.
La soddisfazione
«Oggi – ha poi aggiunto Sertori – abbiamo messo le basi per completare questo progetto e confermato che l’impegno di Regione per Varese e per il territorio è importante». E l’ottimo rapporto è confermato da Magrini: «Avere riferimenti istituzionali che rispondono alle necessità dei territori è fondamentale. Rendiamo merito alla Regione, ma senza dimenticare che tra Provincia e Comune di Varese ci sono molti progetto condivisi da portare avanti».
Rigenerazione a trazione cultura
«Questo grande progetto – ha fatto notare Civati – è esempio di valorizzazione di un patrimonio, ma soprattutto un modello di rigenerazione urbana che ha quale motore propulsore la cultura. E quando sarà ultimato avremo uno dei più grandi poli culturali della Lombardia». Assist colto dall’assessore Laforgia: «Se avessimo l’opportunità di vedere dall’alto Varese vedremmo che nel giro di poche centinaia di metri abbiamo o avremo: l’università, il polo dell’ex Caserma con l’archivio del Moderno, le biblioteche e le aule studio, il nuovo teatro, lo studentato diffuso. E poi le stazioni che sono sempre anello di congiunzione con la Svizzera e l’Europa. Insomma, si sta facendo un lavoro di cucitura importante del tessuto urbano della città che cambierà grazie alla cultura, alla presenza dell’ateneo e dei giovani studenti».
Poche parole, ma un sorriso di soddisfazione stampato in volto da parte del sindaco Galimberti, il quale ha delineato i temi dell’incontro e poi, consapevole di avere il ruolo di direttore d’orchestra, ha lasciato che ogni componente valorizzasse l’intero spartito.