Varese, Forza Italia punge la Lega. A Busto e Gallarate frena su Antonelli e Cassani

Giuseppe Taldone Forza Italia
Il vice commissario provinciale di Forza Italia Giuseppe Taldone

VARESE – «Ad oggi nulla può essere dato per scontato o precostituito o calato dall’ alto. Tantomeno riguardo le riconferme dei sindaci nelle grandi realtà, senza che prima ci si sieda ad un tavolo comune per confrontarci e discutere, trovando una sintesi che spero soddisfi le legittime aspettative di tutti». E’ questa la riflessione conclusiva di una breve nota ufficiale del vice commissario provinciale di Forza Italia Giuseppe Taldone. Insomma non è tutto il comunicato: ma dice tutto. Sulle prossime candidature nelle città di Varese, Busto e Gallarate, su come queste vengono gestite con tanta ambizione e poca condivisione e sul concetto di alleanza che (e Taldone lo fa capire nel corso dell’intervista) a quanto pare non è identico per tutti coloro che indossano la maglia del centrodestra unito. E che, in alcuni casi, si sono dimenticati (o fingono di non vedere) Forza Italia.

Giuseppe Taldone, nella sua dichiarazione non c’è un indirizzo preciso e nemmeno un
nome. Ma tra le righe si legge che il messaggio è diretto a Busto e in particolare alla ricandidatura di Emanuele Antonelli. Ci sbagliamo? 

«Il riferimento è a chi in questo momento accelera su una serie di situazioni senza che queste vengano portate e discusse sui tavoli politici deputati ad affrontare le diverse questioni in vista delle prossime amministrative. Vorrei ricordare che il centrodestra è una coalizione. All’interno della quale Forza Italia è una componente che ha uomini di valore e porta idee. Ora, posso anche capire chi ha le proprie personali aspettative, ci mancherebbe. Detto questo però, da qui ad arrivare a dare tutto per scontato ce ne passa».

Quindi? 
«Quindi il sindaco di Busto continua a essere una candidatura autorevole, il sindaco che potrebbe aspirare al secondo mandato e un nome con un curriculum importante. A fronte di questo ben capisco le aspirazioni personali e di partito. Ma per ora devono restare tali. Anche perché a Forza Italia non risulta che siano stati fatti i passaggi necessari per arrivare a condividere la candidatura. In una città dove, tra l’altro, abbiamo un commissario che sta lavorando e che non è certo l’ultimo arrivato (Gigi Farioli, ndr)».

Taldone, c’è chi leggerà queste sue parole come un messaggio in politichese finalizzato ad avanzare una candidatura “targata” Forza Italia. E’ così?
«Sono parole che non hanno un significato recondito e che si possono leggere in maniera chiara, ovvero: la logica del “metto nome e bandierina di partito al candidato e poi discutiamo di tutto il resto” a noi di Forza Italia non sta bene. Altro discorso è quello di dire: “sediamoci a un tavolo e ragioniamo su un uno scacchiere più ampio e che comprende tutto il territorio provinciale e le forze di coalizione».

Bene. Allora partiamo da Varese. Non è che lì la candidatura di Maroni abbia seguito la filiera tradizionale della politica. Il suo nome è arrivato sul tavolo già con tanto di investitura diretta di Salvini. Quindi come la mettiamo? 
«Diciamo che per la candidatura di Roberto Maroni è stato utilizzato un metodo inusuale. Poi però gli incontri ci sono stati. Inoltre parliamo di una figura politica con un curriculum tale che, metterlo in discussione sarebbe difficile. Tanto che qui il punto è un altro».

Scusi, quale? 
«Il problema non è se Forza Italia vuole o non vuole Maroni candidato. Il nostro commissario cittadino negli incontri ha già espresso la propria soddisfazione. Quel che mi lascia un po’ perplesso è la freddezza della Lega. O meglio, davvero tutta, e dico tutta, la Lega è convinta di questa sua candidatura? Ce lo dovranno dire loro».

Ricapitoliamo: Forza Italia a Busto “frena”, a Varese “stuzzica” la Lega e a Gallarate? 
«A Gallarate credo ci sia la situazione più delicata per tantissimi motivi. Tra questi, vogliamo ancora capire quanto la Lega e lo stesso Cassani siano convinti di tentare il bis. In più quanto accaduto, con i vari rimpasti e “rimpastini” non ha aiutato a fare da collante. Noi abbiamo le nostre idee, abbiamo nominato un commissario cittadino con un profilo importante e che sta lavorando bene, tanto che la sezione ha ritrovato entusiasmo e nuove energie. Nicola Mucci, nessuno lo può negare, ha saputo ridestare grande interesse».

Allora concludiamo: su tre città importanti al voto, almeno un candidato dovrà essere di Forza Italia. Assodato che Maroni a Varese ha avuto il “via libera”, per voi resterebbero Busto o Gallarate dove i giochi sono tutt’altro che fatti. E questo che volete?
«No. Noi vogliamo, e questo sia chiaro, che non ci siano forzature e imposizioni dall’alto, ma percorsi e nomi condivisi. Anche perché quando qualcuno ha forzato, senza tenere in considerazione il bene della coalizione, abbiamo visto com’è andata a finire. Luino insegna. Per questo auspico, per il bene del centrodestra, che il confronto sia riportato nelle sede opportune».

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