Le Idi di Marzo della Lega varesina

Varese, la storica sede della Lega

Il cambio al vertice della Lega in provincia di Varese era nell’aria da qualche tempo. L’accelerata impressa alla sostituzione di Matteo Bianchi con Stefano Gualandris ha però sorpreso gli stessi leghisti: nessuno, tranne pochi diretti interessati, a cominciare dal “capitano” Salvini, dal neo segretario lombardo Fabrizio Cecchetti e dall’eminenza grigia del Carroccio, Giancarlo Giorgetti, ipotizzava il colpo a sorpresa. Doppio colpo se mettiamo nel conto la scelta del sostituto di Bianchi: un uomo di apparato, Gualandris, poco presente sul territorio, da tempo nelle retrovie del partito. Cosa che, evidentemente, non gli ha impedito di aprire le porte giuste.

Perché lui? L’opinione più diffusa rimanda al fatto che i vertici, sempre Salvini , Cecchetti e Giorgetti, vogliono prevenire sommovimenti interni e, soprattutto, intendono pacificare i rapporti con gli alleati di centrodestra in vista delle amministrative e dei congressi di sezione. Ma chi meglio di Matteo Bianchi, un segretario “democristiano”, per nulla propenso alle liti, interprete esemplare della cosiddetta “Lega di governo” e del manzoniano “sopire, troncare”, può o poteva rispondere a una tale esigenza? Un politico corretto e abile Matteo Bianchi, forse troppo corretto e abile per agevolare le istanze e le pulsioni di un momento topico della politica leghista, che necessita di un controllo dall’alto per riprendersi anche nel Varesotto il ruolo egemone di un tempo. Che non significa conquistare tutti i Comuni, ma gestire la coalizione. Fino al punto, per dirne una, di svendere Busto Arsizio pur di rimanere il riferimento principale del centrodestra locale. Con tutti gli annessi e connessi che ciò significa.

Supposizioni, per carità. Sappiamo però che Stefano Gualandris orbita attorno al ministro dello Sviluppo Economico, che lo aveva già nominato suo consulente per le questioni aeronautiche quando Giorgetti era sottosegretario alla presidenza del consiglio. Un incarico che due anni fa aveva acceso i riflettori della trasmissione Report di Rai Tre, con conseguenti polemiche a tutto tondo sulla vera o presunta mancanza di titoli per ricoprire un simile, delicato ruolo

Nel 2011, Gualandris fu a un passo dalla candidatura a sindaco di Gallarate. Suo mentore era Marco Reguzzoni, quando ancora aveva voce in capitolo in Lega. Giochi fatti se non che, a poche ore dalla presentazione delle liste, i capataz leghisti varesini, riuniti in un ristorante di Bodio Lomnago, lo accantonarono preferendogli Giovanna Bianchi Clerici. Una sorta di golpe interno teso a colpire, più che Gualandris, Marco Reguzzoni.

Già consigliere comunale a Gallarate, poi consigliere provinciale, Stefano Gualandris approda ora in cima alla piramide locale della Lega come commissario del Varesotto. Un compito tutt’altro che facile, con alle viste le elezioni e i congressi di sezione. A meno che sia vero ciò che malignano alcuni esponenti leghisti: Giorgetti dispone, Gualandris esegue. Una malignità, certo. Di sicuro l’ombra del “laghee” di Cazzago Brabbia fa capolino in questo come in tanti altri casi, ben più decisivi e di portata nazionale. Ma stavolta con una coincidenza temporale che un po’ inquieta e induce a riflettere: proprio oggi, lunedì 15, sono le Idi di Marzo. Non vorrà dire nulla, ma se fossimo in Matteo Bianchi qualche domanda ce la porremmo.

Cambio in Lega: Matteo Bianchi lascia la segreteria provinciale. Arriva Gualandris

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