Varese, la protesta degli esercizi pubblici. «Basta caos normativo, siamo esausti»

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VARESE – Gli esercizi pubblici non ce la fanno più e così anche Conferscenti di Varese si unisce alla protesta nazionale di Fiepet e Fipe per dire «basta a un governo che ci ha esasperati con Dpcm e misure in continuo cambiamento». Il messaggio sarà veicolato a partire da oggi, mercoledì 23 dicembre, tramite cartelli appesi in migliaia di locali della provincia di Varese.

Basta caos

Costretti a tenere le serrande abbassate, i ristoratori e gestori dei pubblici esercizi italiani non intendono passare Natale e Capodanno in silenzio. Al contrario. A partire da oggi, mercoledì 23 dicembre, e per tutta la durata delle festività, decine di migliaia di locali in tutta Italia esporranno un cartello di protesta all’indirizzo del governo per dire: «Basta al caos normativo degli ultimi mesi che continua a penalizzare le imprese del settore».

Esausti e increduli

Rabbia ed esasperazione riassunte in un manifesto unitario siglato da Fiepet e Fipe, le principali associazioni di rappresentanza dei pubblici esercizi di Confesercenti e Confcommercio, affiancate dalla Fic – Federazione Italiana Cuochi. « Con 22 Dpcm, 36 Decreti Legge, 160 giorni di chiusura, un numero imprecisato di ordinanze regionali, una differenza impressionante fra quanto annunciato e quanto attuato noi non ce la facciamo più. Ecco perché vogliamo dire basta a un governo che apre e chiude le nostre aziende come interruttori e si prende il diritto di vietare il lavoro delle nostre imprese, senza trovare una strada per tutelarle. Siamo esausti e increduli».

Il risultato è un settore al collasso che ha deciso di rivolgersi direttamente ai cittadini. «Noi vogliamo e siamo in grado di lavorare in sicurezza, per questo chiediamo ai nostri clienti di esserci vicini e di continuare a sceglierci, dove possibile, anche in queste difficili giornate. La vostra gratificazione è la nostra forza e il nostro futuro».

Un altro Dpcm

Al governo, i pubblici esercizi italiani chiedono invece un altro tipo di Dpcm: Dignità, Prospettiva, Chiarezza e Manovra. «La dignità di attività essenziali e sicure, la prospettiva di un piano di riqualificazione e sviluppo, magari attraverso un adeguato inserimento nel Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. Ma anche la chiarezza sui tempi di riapertura a gennaio; una manovra correttiva che garantisca indennizzi adeguati e ristori calcolati sulle effettive perdite, sostegno all’indebitamento, risoluzione dei problemi di locazione».

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