Varese, la protesta degli organizzatori di eventi: «Non sappiamo come lavorare»

VARESE – «Le regole? Ci sono ma sono davvero confuse. Non sappiamo cosa si può fare e cosa no. E di fatto non lavoriamo. Nè noi come organizzatori degli eventi, né i nostri collaboratori. Eppure le trasse le paghiamo anche noi». Gli organizzatori di eventi con partita iva (tengono a precisare) si sono dati appuntamento in piazza del Garibaldino.

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Chi con gli “abiti di lavoro”, un grembiulone nero loggato col nome della propria agenzia; chi in costume da supereroe, chi vestito da Babbo Natale e chi con i propri strumenti di lavoro, ovvero palloncini da trasformare in fiori, spade o animali. Colorati, arrabbiati, ma educati e rispettosi delle regola anticovid, gli organizzatori di eventi si sono dati appuntamento per fare sentire la propria voce. E far sapere il mare di difficoltà nel quale da mesi stanno navigando senza vedere un approdo: «Veniamo da mesi di grandissima difficoltà – spiega Gabriella Maran che ha fatto partire il tam tam nei giorni scorsi – e ora ci troviamo di nuovo a non poter lavorare. Ci sono regola difficili da interpretare, ma che soprattutto non sono chiare. Non c’è lavoro, ma abbiamo figli da mantenere, tasse da pagare».

Con Gabriella Maran c’era anche Sonia Milani dell’agenzia 23&20.

La manifestazione, che verrà replicata anche a Milano, arriva dopo che nei giorni scorsi la pro loco di Varese aveva scritto una lettera aperta al sindaco sulle difficoltà delle associazioni a organizzare eventi in questi periodo di emergenza e confusione.

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