Varese, lavoro e risorse a rischio. Da Cisl dei Laghi la soluzione: economia circolare

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VARESE – Le materie prime che costano sempre di più, i rischi geopolitici, economici e sociali e il rischio della perdita di posti di lavoro. Sono queste le grandi sfide che il nostro paese deve affrontare e per fronteggiarle la First Cisl dei Laghi ha organizzato una videoconferenza che ha individuato un’importante e decisiva soluzione: l’economia circolare.

Ospiti d’onore

Si è tenuta ieri, venerdì 6 maggio, la videoconferenza di First Cisl dei Laghi ed Etica,dignità e valori – Associazione Stakeholders delle Banche e delle Assicurazioni Odv dal titolo: “Economia Circolare: sfide ed opportunità per l’Europa”. Tra gli ospiti anche Giovanni Dorin, il Ceo di Officine Mario Dorin, una delle aziende più performanti per l’economia circolare nel 2021, Greti Lucaroni, senior economist della direzione generale per l’economia circolare del Ministero della Transizione Ecologica e Barbara Casartelli, sustainability manager di Snam SpaIn.

Un tempo contrassegnato da gravi rischi geopolitici, economici, sociali ed ambientali, ove pesano gli alti costi e le difficoltà nel reperimento delle materie prime, diviene sempre più urgente e necessario per il nostro Paese e per l’Europa, sia per ragioni di sostenibilità che economiche, la promozione dell’economia circolare, che è un modello che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e dei prodotti esistenti il più a lungo possibile. Tre sono le urgenze di una sfida così decisiva ed importante.

Le priorità per Varese

In primo luogo la necessità di ridurre il consumo delle risorse naturali della terra per una ragione di sostenibilità ambientale a rischio continuando nei consumi attualo. Un’altra ragione degli alti costi delle materie prime, sempre meno disponibili rispetto al passato a costi, pertanto, più alti anche per la logistica ed il trasporto delle merci che sono implori dopo la pandemia. Infine, l’ultima urgenza è quella mi mantenere e rafforzare la tenuta e resilienza del nostro sistema produttivo, seconda manifattura d’Europa priva di materie prime. «Pertanto – hanno detto gli organizzatori – bisognosa sempre più di rigenerare e riutilizzare le risorse presenti, anche per garantire la tenuta sociale del nostro welfare ed occupazionale».

È chiaro infatti che i costi insostenibili delle materie prime, sia nel reperimento che nel trasporto, potrebbero costringere l’apparato produttivo italiano a comprimere il costo del lavoro, ad esempio, con significative perdite di occupazione. «Dobbiamo quindi investire nell’economia circolare, un occasione propizia di sostenibilità ambientale ed economica in grado anche di generare nuovi lavori, nuove imprese e nuova occupazione».

Collaborazione e sostenibilità

Ma per perseguire con successo tali impegnativi e decisivi obiettivi occorre la collaborazione tra istituzioni, governi ai vali livelli territoriali (dall’Europa al Municipio), alle categorie produttive, sino ai sindacati. L’occasione del Pnrr è propizia per generare progetti condivisi di economia circolare, nell’area transfrontaliera, come quella delle province di Como e di Varese, si dovrebbe confrontare anche con la vicina Svizzera, che ha costruito un suo piano nazionale di ripresa e resilienza proprio a servizio dei vari cantoni, tra cui il Canton Ticino. E così anche nelle altre aree di confine con la Francia, l’Austria e la Slovenia.

«Formuliamo pertanto l’auspicio – concludono da First Cisl – che il Piano Europeo per i singoli paesi e i diversi progetti già avviati si possano relazionare e confrontare con le iniziative degli stati confinanti con il nostro paese, proprio per mettere a fattor comune le diverse iniziative, aumentandone i risultati a beneficio di tutti i paesi».

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