Il Siciliano e la mazzetta chiesta alla cosca per i cantieri di Varese: “Lo scanno come un agnello”

VARESE – Se la testa della cosca Arena-Nicoscia resta ben radicata a Isola Capo Rizzuto il ruolo che la provincia di Varese gioca negli affari legati alle commesse per i lavori di armamento e manutenzione della rete ferroviaria italiana attraverso società appaltanti controllate dalle cosche è di primo piano. Dei 36 indagati coinvolti nell’inchiesta coordinata dalla Dda di Milano e condotta dalla Guardia di Finanza di Milano e Varese (15 persone sottoposte a misura di custodia cautelare) cinque sono gli esponenti di rilievo che vivono e operano tra Gemonio, Albizzate e Brebbia.

Il gruppo Gardino-Aloisio

Le società che prendevano gli appalti da Rfi, si legge nelle 380 pagine dell’ordinanza eseguita nella mattinata di oggi, venerdì 11 febbraio, si rapportavano, col sistema del “distacco della manodopera e nolo a freddo dei mezzi”, col “gruppo Aloisio-Giardino” al centro dell’inchiesta e “con le numerosissime società a loro riconducibili ma fittiziamente intestate a prestanome”.

Brebbia, Gemonio e Albizzate

Società che avevano sede anche nell’Alto Varesotto e che venivano avviate e poi lasciate fallire e messe in liquidazione salvo poi ripartire da capo in una sorta di macchina per l’evasione fiscale. Gli Aloisio-Giardino ultimi “solidi ed attuali collegamenti con le storiche famiglie di ’ndrangheta” di Crotone “alle quali sono legati” da indissolubili vincoli di parentela ed alle quali assicurano il costante e continuo approvvigionamento dei mezzi di sussistenza soprattutto allorché i loro capi trascorrono in detenzione carceraria”.

Zio Antonio

Tre sono i referenti della famiglia Aloisio per la provincia di Varese: Antonio Aloisio, 53 anni, detto zio Antonio, e i fratelli Maurizio e Antonio (quest’ultimo di 10 anni più giovane dello “zio”) Aloisio, tutti residenti tra Gemonio e Albizzate. Zio Antonio, amministratore della Edil Var S.A.S “Era di fatto il punto di riferimento per tutti i fratelli Aloisio e inserito a tutti gli effetti all’interno della famiglia di cui gode la protezione”, si legge nell’ordinanza del Gip Giuseppina Barbara. “Braccio operativo per ciò che attiene la conduzione, l’organizzazione, la gestione del personale, l’acquisto, l’utilizzo e lo spostamento di mezzi e materiale da lavoro in prevalenza sui cantieri siti a Varese e in provincia”.

La mazzetta varesina

E’ lui che intrattiene i rapporti anche con i tecnici e i rappresentanti delle aziende committenti dei lavori. “Siccome inserito nel suddetto contesto criminale e perfettamente consapevole delle regole che lo dominano – prosegue l’ordinanza – Quale destinatario per una richiesta di mazzetta per i lavori su un cantiere di Varese fa intervenire la famiglia”. Che a fronte della richiesta “del fiore” gli accorda protezione utilizzando il metodo mafioso: “Ti rompo le corna a te per primo…sono andato da questo schifoso e gli ho detto: cosa vuoi tu…te la do io la mazzetta…nel cuore te la infilo la mazzetta“. “Guarda che se ti vedo anche solo passare da Varese ti scanno come un agnello“. “Tu fammelo vedere a me questo Siciliano”. che però, recepito perfettamente il messaggio della famiglia Aloisio da Varese “non passa proprio”.

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