L’addio di Varese a Giovanni Pierantozzi: storica guida della procura cittadina

varese morto giovanni pierantozzi

VARESE – Si è spento nella notte tra sabato 17 e domenica 18 aprile all’età di 87 anni Giovanni Pierantozzi (nella foto), storico magistrato varesino che guidò la procura della Città Giardino sino al 2003 prima di diventare procuratore capo a Trento.

Nel 2013 fu candidato alle regionale nella lista di Gabriele Albertini; nel 2015, in occasione di Expo, fu nominato vice responsabile del comitato di coordinamento per l’alta sorveglianza ai grandi progetti. Uomo di legge, giurista, ma anche appassionato di sport e grande amante del tennis. Tutta Varese si stringe alla famiglia e in particolare al figlio Francesco, giornalista di Sky e presidente del Rugby Varese.

Toccante il ricordo che il giornalista e scrittore Mauro Della Porta Raffo ha affidato ai social

Altissimo Magistrato, arrivato ai massimi vertici nazionali percorrendo con ogni partecipe capacità una strada per altri impervia e per lui naturale, Giovanni Pierantozzi va ricordato per infiniti suoi deliziosi e coinvolgenti caratteri.
In primo luogo, ovviamente – come ben sa chiunque l’abbia conosciuto – per la disinvolta ironia con la quale affrontava la vita e per la joie de vivre che era capace di trasmettere.
Arrivò a Varese per un particolare caso.
Studente liceale nella natia Genova (dove era compagno di banco di Paolo Villaggio con il quale rimase sempre in allegro contatto) aveva partecipato ad una gita scolastica che tra le mete comprendeva la Città Giardino.
Quella di allora, di settant’anni fa, incredibilmente bella.
Vinto il concorso per entrare in Magistratura, memore, chiese di essere assegnato tra noi.
Noi che avemmo la capacità di accoglierlo come grandemente meritava: con il rispetto dovuto all’ottimo Magistrato e l’affetto via via crescente che suscitava.
Impossibile dimenticare la sua abilità sul campo da tennis (talmente appassionato da ricordare ogni qual volta la straordinaria occasione nella quale aveva potuto scendere sul prato del Centrale di Wimbledon) che lo aveva portato, in un torneo a Lugano, a battere nientemeno che Martin Mulligan, grande campione semi finalista e finalista di tornei Slam.
Ho avuto il vero piacere di frequentare Giovanni da quando, fine decennio Sessanta e primo lustro Settanta, Direttore dell’Azienda di Soggiorno, tra l’altro amministravo proprio i campi da tennis collocati ancora oggi davanti all’Ippodromo.
Negli ultimi anni, essendo come lui socio del Panathlon varesino e praticamente sempre – con Lorenzo Benzi inseparabile pluridecennale sodale – divertito commensale.
“Ti ho voluto e ti voglio bene, Giovanni, e, ne sono certo, continueremo il nostro magnifico rapporto nell’altra vita.
Mauro”

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