Varese, Pinti (Lega): «Forza Italia ha deciso di “chiamarsi fuori” dal centrodestra»

VARESE – Sciame sismico nel centrodestra. E dopo l’uscita dall’aula consigliare al momento del voto sulle linee programmatiche del Polo delle libertà (alias Forza Italia, Noi con L’italia e area civica/ Cl di Boldetti) arriva la scossa più forte a far tremare la coalizione. Direttamente dalla sede della Lega di piazza del Garibaldino.

Pinti: «Forza Italia si è chiamata fuori dalle idee del centrodestra»

E’ il commissario Marco Pinti ad alzare il volume: «Ieri (giovedì 16 dicembre) Forza Italia ha deciso di archiviare le idee del programma che tutti abbiamo sottoscritto nella recente campagna elettorale e che migliaia di varesini hanno premiato con la loro fiducia». In altre parole: “si sono chiamati fuori”. E questo è solo un passaggio della nota ufficiale del commissario leghista, che mette sale anche in coda al comunicato: «Le linee programmatiche determinano gli schieramenti: sono un voto di appartenenza, di identità, di orgoglio anche nella sconfitta. Certo, per esprimerla occorre averla, un’appartenenza. Viverla, un’identità. Essere capaci di farlo vibrare, un orgoglio. Capisco che non sia da tutti».

La nota del commissario leghista

Esattamente 64 giorni fa il centrodestra unito chiudeva la campagna elettorale per Matteo Bianchi Sindaco in piazza del podestà. Era lo stesso giorno in cui il Silvio Berlusconi lanciava il suo appello al voto dalle colonne della stampa locale per supportare l’ultimo sprint prima delle urne.

C’era una coalizione unita, c’era un programma condiviso, c’erano militanti, sostenitori e simpatizzanti di tutti i partiti e di molte associazioni: insieme fino all’ultimo per affermare un’idea di città alternativa a quella del centrosinistra. Una Varese di cose da fare: più sicura, più attenta al decoro, dove le castellanze sarebbero tornate protagoniste dell’azione comunale.

Una scelta sciagurata

C’erano, nella foto della vigilia elettorale, anche gli esponenti di Forza Italia e affini. Gli stessi che ieri hanno deciso di archiviare le idee del programma che tutti abbiamo sottoscritto e che migliaia di varesini hanno premiato con la loro fiducia.
La sciagurata scelta dei consiglieri che non hanno partecipato alla votazione sulle linee programmatiche rappresenta uno smacco a tutti gli elettori del centrodestra, ai militanti, a Matteo Bianchi e al resto della coalizione.

Le linee programmatiche determinano gli schieramenti: sono un voto di appartenenza, di identità, di orgoglio anche nella sconfitta. Certo, per esprimerla occorre averla, un’appartenenza. Viverla, un’identità. Essere capaci di farlo vibrare, un orgoglio. Capisco che non sia da tutti.

Le ripercussioni: Forza Italia non convocata

E che quelle del Pinti non siano semplici parole di circostanza lo conferma il fatto che all’incontro in programma questa sera (venerdì 17dicembre) sui consigli di quartiere, la Lega ha convocato tutte le componenti di coalizione, tranne Forza Italia. Insomma i consiglieri forzisti e affini escono dall’aula del consiglio e la Lega li “mette alla porta” nelle stanze di coalizione.

Un segnale pesante anche per via della tempistica. Certamente non programmata a tavolino, ma da non sottovalutare: domani (sabato 18) si voterà anche per le provinciali. Elezioni che riscuotono poco interesse per via del sistema elettorale di secondo livello, ma che potrebbero dare letture politiche interessanti anche sulla scorta degli ultimi accadimenti. Vedremo.

Il caso dei Fratelli

Intanto non si può non registrare la spaccatura in casa Fratelli d’Italia. Il partito della Meloni a Palazzo Estense conta due consiglieri, i quali ieri hanno espresso una posizione diametralmente opposta. E con Salvatore Giordano che nel suo intervento ha fatto capire, in maniera chiara, che lui non è il capogruppo, ma la voce del partito. E che Luigi Zocchi “non è un Fratello”. Posizione confermata anche in corridoio a fine consiglio.

Alla domanda rivolta a Giordano: “Perché due posizioni diametralmente opposte sulle linee programmatiche?”. La risposta del segretario cittadino e consigliere di FdI non lascia spazi a interpretazioni: «Se mi chiedete se Zocchi è iscritto al partito dico sì. Se volete sapere se partecipa alla vita di sezioni, dicono ancora di sì perché c’è stato un direttivo solo qualche giorno fa. Non ho invece risposte sul perché si sia astenuto. So solo che fino a dieci minuti prima del consiglio era allineato sul voto contrario, ovvero la posizione di Fratelli d’Italia. Cosa sia successo dopo non lo so». Insomma se nel centrodestra tira l’aria dei separati in casa, in Fratelli d’Italia la sensazione è che siano “separati nella stessa stanza”.

La versione di Zocchi

La versione di Zocchi e il motivo dell’astensione: «Io ho fatto osservazioni puntuali sul documento, ribadendo la disponibilità a collaborare su argomenti importanti come la Sanità. Argomento sulla quale molti di quelli che sono intervenuti, Giordano compreso, non sapevano nulla della legge regionale appena approvata. Il sindaco mi ha risposto correttamente, citandomi nella sua replica ben tre volte dimostrando a sua volta di voler collaborare. Per me non c’era altro da fare che astenermi, rinviando ad altri momenti l’opposizione vera».

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